venerdì 31 marzo 2017

Ellery Queen - Uno Studio in Nero

Nel 1966 Ellery Queen, nome d'arte usato dai due cugini Frederic Dannay e Manfred Bennington Lee, pubblicarono il libro Uno Studio in Nero (A Study in Terror, nella versione originale), novelization del film omonimo dell'anno precedente di cui abbiamo già parlato. Nel romanzo lo scrittore e detective Ellery Queen riceve per posta un manoscritto del dottor Watson che narra l'indagine condotta da Sherlock Holmes per scovare Jack lo Squartatore nell'autunno del 1888 a Whitechapel. La parte del libro relativa a Watson e Holmes è stata scritta da Paul W. Fairman, mentre le brevi parti con i commenti di Ellery Queen sono stati scritti dai due cugini titolari del marchio.

La storia narrata nel manoscritto si prende qualche libertà rispetto a quanto accade nel film, ma è complessivamente la stessa. Il racconto di Watson termina con la stessa conclusione, cioè che lo Squartatore sarebbe il nobile Lord Carfax; tuttavia Queen aggiunge al termine della propria lettura il colpo di scena in cui rivela che Holmes ha volutamente fatto credere che il colpevole fosse Carfax mentre nella realtà era l'anziano padre dello stesso, di cui sia Holmes sia Carfax hanno preferito non macchiare la reputazione.

A parte il colpo di scena finale che aggiunge un bel tocco di creatività, questo è davvero uno dei peggiori romanzi di Ellery Queen. Nulla di quanto succede ha alcuna parvenza di senso, ad esempio non si capisce proprio per quale motivo Holmes avrebbe dovuto salvare la reputazione del vero Squartatore quando questi era già morto, e non è meno risibile che un anziano nobile giri per le strade a squartare prostitute. Nel racconto non esiste alcun riferimento alle vere vittime dello Squartatore (aspetto che nel film era salvaguardato), salvo una di esse che viene chiamata genericamente "Polly" senza un cognome ed indicata come quinta vittima. In questa trama lo Squartatore è semplicemente un mostro come un altro, avrebbe potuto essere sostituito da Mr Hyde o Dracula e la storia sarebbe rimasta immutata.

Questo breve romanzo è, in sintesi, poco più di una curiosità all'interno della vicenda di Jack lo Squartatore che non aggiunge nulla alla storia del serial killer, ma è anche una delle peggiori prove di uno dei più grandi giallisti di ogni tempo.

venerdì 24 marzo 2017

L'omicidio di Mary Ann Nichols

Mary Ann Nichols, nota anche con il soprannome di Polly, è la prima delle cinque vittime "canoniche" dello Squartatore. Fu uccisa nelle prima ore del 31 agosto del 1888 in Buck's Row (oggi nota come Durward Street).

La notte in cui fu uccisa la Nichols incontrò l'amica Ellen Holland intorno alle 2:20 all'angolo tra Whitechapel Road e Osborn Street. Le due parlarono per circa dieci minuti e durante la conversazione Ellen cercò di convincere Mary Ann a tornare a casa, anche per il fatto che la Nichols era palesemente ubriaca. Quest'ultima non accettò il suggerimento e salutò l'amica rimettendosi in cammino verso est su Whitechapel Road. Durante il breve colloquio le due sentirono le campane della chiesta di Saint Mary battere le 2:30.

Alle 3:40 circa un cocchiere di nome Charles Cross entrò in Buck's Row a piedi per recarsi al mercato dove lavorava come fattorino e, appena prima di uno slargo della strada, vide a terra un oggetto che gli parve sulle prima un telone abbandonato, quando poi si avvicinò capì che si trattava invece di un cadavere di donna. Poco dopo sopraggiunse un altro uomo a piedi, anch'egli un cocchiere, di nome Robert Paul; Cross attirò la sua attenzione e gli indicò il cadavere. La donna giaceva a terra in posizione supina con i vestiti sollevati oltre la vita. Cross toccò le mani del cadavere sentendole fredde e senza vita, tuttavia Paul pensò invece che la donna respirasse ancora debolmente. I due le abbassarono i vestiti coprendola fino alle ginocchia, nel buio non notarono i tagli alla gola. Si allontanarono entrambi per cercare qualche poliziotto e trovarono un agente chiamato Jonas Mizen all'incrocio tra Hanbury Street e Old Montague Streets e chiesero all'uomo di seguirli dove avevano rivenuto la donna deceduta. Nel frattempo anche l'agente John Neil arrivò sulla scena per caso durante una ronda alle 3:45. Quando arrivò Mizen, Neil mandò quest'ultimo a chiamare il medico legale Rees Ralph Llewellyn.

Rosso - luogo dell'incontro tra Nichols e Holland e direzione presa dalla Nichols
Blu - luogo del ritrovamento del cadavere
Verde - luogo dell'incontro tra Cross, Paul e Mizen

Llewellyn arrivò in pochi minuti e accertò che la vittima aveva la gola tagliata ed era morta da non più di mezz'ora, del resto lo stesso Neil era passato di lì proprio circa mezz'ora prima e non aveva notato nulla. Llewellyn chiese che il corpo fosse trasferito all'obitorio per le analisi. Il medico osservò anche che il sangue a terra sembrava essere relativamente poco rispetto alle aspettative, tuttavia fu presto riscontrato che era stato assorbito dagli abiti della donna che infatti aveva la schiena imbrattata del suo stesso sangue.

Il medico constatò poi che la vittima aveva due squarci sul collo, entrambi inflitti da sinistra a destra. Il primo si trovava due centimetri e mezzo (un pollice( sotto alla mandibola e iniziava da sotto l'orecchio per proseguire verso destra per dieci centimetri (quattro pollici). Il secondo taglio era due centimetri e mezzo (un pollice) sotto al primo e iniziava due centimetri e mezzo (un pollice) a destra dell'orecchio sinistro per terminare sette centimetri e mezzo (tre pollici) sotto la mandibola, la lunghezza da sinistra a destra era di circa venti centimetri (otto pollici). Con questo secondo taglio l'omicida aveva reciso alla vittima la gola fino alle vertebre. L'assassino aveva anche aperto l'addome della donna da sotto la gabbia toracica fino al bacino, inoltre le inferse tagli in varie zone del busto e due tagli sulla vagina. La donna riportava anche un livido sul lato destro del viso provocato probabilmente da una pressione operata con una mano, ad esempio per tenerle ferma la testa, o da un pugno.

Il medico stimò che la lama che aveva ucciso la Nichols doveva essere lunga tra quindici e venti centimetri (sei e otto pollici).

La Nichols aveva con sé al momento della morte un pettine, uno specchio e un fazzoletto. Il cadavere non fu identificato subito, ma nel giro di ventiquattro ore con l'aiuto di Ellen Holland.

venerdì 17 marzo 2017

Thames Torso Murders - le vittime

Jack lo Squartatore non fu l'unico serial killer che agì nella Londra vittoriana, nello stesso periodo avvenne infatti la serie di omicidi nota come Thames Torso Murders. Anche quest'altro serial killer non fu mai identificato. Di seguito elenchiamo le vittime che gli vengono di solito attribuite.

Battersea Mystery 1873

Il 5 settembre del 1873 un quarto di torso di donna fu ritrovato vicino a Battersea. In seguito furono ritrovati in varie zone della città un seno destro, un avambraccio sinistro, il bacino e altri resti fino a ricomporre quasi interamente il cadavere.

Battersea Mystery 1874

Nel giugno del 1874 il corpo smembrato di una donna fu trovato nel quartiere di Putney, adiacente a Battersea, luogo del primo ritrovamento.

Tottenham Court Road Mystery

Il 24 ottobre del 1884 furono trovato vicino a Tottenham Court Road i resti di un cadavere di donna. Pochi giorni dopo un pacco contenente un braccio umano con un tatuaggio fu trovato a Bedford Square.

Rainham Mystery

L'11 maggio del 1887 un torso di donna chiuso in un sacco di tela fu trovato nel Tamigi nel quartiere di Rainham. Tra maggio e giugno altri brandelli dello stesso cadavere furono trovati in varie zone della città; alla fine il cadavere fu ricostruito integralmente ad esclusione della testa e della punta dei piedi.

Whitehall Mystery

Tra l'11 settembre e il 2 ottobre del 1888 i resti di un cadavere di donna furono trovati in tre diversi luoghi della città, tra cui la futura sede di Scotland Yard. Il cadavere non fu identificato e il corpo non fu ricostruito per intero in quanto l'addome, la gamba destra e la testa non vennero mai trovati.

Elizabeth Jackson

Il 4 giugno del 1889 il torso di una donna fu trovato nel Tamigi nel quartiere di Horsleydown, la settimana seguente altri pezzi dello stesso cadavere furono trovati nel fiume. La testa non fu mai rinvenuta. Il cadavere fu identificato come Elizabeth Jackson, una prostituta residente a Chelsea, grazie a una cicatrice sul braccio. Al momento dell'uccisione la donna era incinta di sei o sette mesi, il feto rimossole dall'utero non fu mai rinvenuto.

Il torso di Pinchin Street

Il 10 settembre 1889 il torso di una donna fu ritrovato a Pinchin Street. Il cadavere non fu mai identificato.

Altre possibili vittime

Nel libro The Thames Torso Murders of Victorian London l'autore R. Michael Gordon sostiene che ci possano essere altri casi collegati a questa serie di omicidi. Nel novembre del 1886 il torso di una donna fu trovato sui gradini di una chiesa a Parigi. Dal cadavere mancavano testa, gambe, braccio destro, seno sinistro e utero. Nel giugno del 1902 il cadavere smembrato di una donna fu trovato a Salamanca Alley, a Londra.

venerdì 10 marzo 2017

Lo Squartatore era mancino?

Una credenza comune vuole che Jack lo Squartatore fosse mancino. L'origine di questa credenza si trova in una dichiarazione del dottor Llewellyn a seguito di una prima ispezione del cadavere di Mary Ann Nichols.

Tuttavia la prima impressione del medico si rivelò errata. Anzitutto deve essere considerato che alle prime quattro vittime "canoniche" fu tagliata la gola con un movimento da sinistra a destra. Il modus operandi dell'assassino prevedeva di rendere dapprima le vittime incoscienti strangolandole e poi di squartarle dopo averle stordite; prova di ciò si riscontra nel pallore visibile sul viso della Nichols e sulla lingua gonfia e protesa nel caso di Annie Chapman. Per sgozzare una vittima in stato di incoscienza e quindi stesa a terra si possono tenere quattro posizioni: alla sua destra, alla sua sinistra, a cavalcioni sopra di lei o dietro la stessa.

Nel caso dello Squartatore l'ipotesi più probabile è l'ultima, cioè che l'assassino si inginocchiasse dietro alla vittima, le tenesse la testa con una mano e con l'altra le tagliasse la gola. In questo modo lo schizzo di sangue non avrebbe sporcato, se non in misura minima, l'assassino stesso posto dietro la vittima. Questa ipotesi è sostenuta anche da Phil Sugden nel volume The Complete History of Jack the Ripper, e per recidere la gola da sinistra a destra in questa posizione l'assassino deve usare la mano destra.

Inoltre il taglio addominale praticato su Catherine Eddowes tendeva verso sinistra, indicando che fosse una mano destra ad averlo fatto.

Ma quindi, cosa ha portato Llewellyn alla prima valutazione sbagliata?

Il dottor Llewellyn probabilmente ipotizzò che lo Squartatore avesse sgozzato Mary Ann Nichols da una posizione frontale, in piedi davanti a lei o seduto a cavalcioni sulla vittima stesa. Del resto il medico diede questo parere prima di operare l'autopsia e lui stesso cambiò idea dopo l'esame autoptico.

Possiamo quindi concludere che non c'è motivo per ritenere che lo Squartatore fosse mancino, al contrario che fosse destro è estremamente più probabile.

giovedì 2 marzo 2017

Martha Tabram è una vittima dello Squartatore?

Tra le donne morte a Whitechapel nel 1888 oltre alle cinque "canoniche", Martha Tabram occupa un posto particolare perché è la più probabile vittima dello Squartatore al di fuori della sequenza comunemente accettata.

La Tabram fu trovata cadavere nelle prime ore del 7 agosto 1888 in George Yard, oggi Gunthorpe Street. La donna fu uccisa com 39 coltellate in varie parti del corpo tra cui il collo, il seno, l'addome e la vagina; il cadavere era steso supino con i vestiti sollevati fino a fin sopra la vita.

E' evidente che l'assassino della Tabram ha usato un modus operandi diverso da quello riscontrato sulle cinque vittime dello Squartatore: Martha infatti non fu sgozzata, né eviscerata. Inoltre l'assassino usò due armi diverse; 38 colpi furono infatti inferti con un coltellino pieghevole e uno solo, quello allo sterno, con un coltello lungo come una baionetta o un pugnale (quest'ultimo analogo all'arma usata negli omicidi di Polly Nichols, Annie Chapman, Catherine Eddowes e Mary Kelly).

Tuttavia è comune che i serial killer cambino il proprio modus operandi quando acquisiscono maggiore esperienza, e quindi il cambio di metodo di offesa in sé non deve escludere che la Tabram sia una vittima dello Squartatore; basti considerare che anche all'interno del gruppo delle cinque "canoniche" la brutalità aumentò dal primo al quinto delitto.

Inoltre le cinque "canoniche" sono state uccise nell'intorno dei giorni 8 e 30 del mese (Annie Chapman l'8 settembre e Mary Kelly il 9 novembre; Mary Ann Nichols il 31 di agosto ed Elizabeth Stride e Catherine Eddowes il 30 settembre), ed essendo stata uccisa il 7 agosto Martha Tabram rientrerebbe in questo schema. Un'altra somiglianza riguarda il fatto che le cinque vittime "canoniche" sono state uccise di venerdì, sabato o domenica (cioè nelle vicinanze di giorni non lavorativi) e la Tabram fu uccisa nella notte dell'August Bank Holiday (festa nazionale che cadeva in UK il primo lunedì di agosto, sostituito con l'ultimo lunedì dello stesso mese nel 1971).

Inoltre la Tabram fu uccisa all'interno della zona di comfort secondaria dello Squartatore individuata dall'agente speciale dell'FBI John Douglas nel profilo che ha stilato dell'assassino. La zona è delineata dal triangolo che unisce i luoghi delle uccisioni di Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Kelly. Questo potrebbe essere giustificato dal fatto che lo Squartatore si è prima mosso nella sua area di comfort primaria, quindi si è spostato a ovest temendo che le indagini si stessero intensificando nella prima zona, per poi spostarsi di nuovo verso est.



Pertanto la nostra conclusione è che per i motivi sopra descritti Martha Tabram sia una probabile vittima dello Squartatore e a differenza di altre precedenti alle cinque "canoniche", come Emma Elizabeth Smith, non possa essere esclusa dalla lista delle donne uccise dal serial killer di Whitechapel.

venerdì 24 febbraio 2017

A Study in Terror (Sherlock Holmes Notti di Terrore) - film di James Hill, 1965

Il film A Study in Terror (tradotto in italiano come Sherlock Holmes Notti di Terrore) del 1965 costituisce la prima opera cinematografica in cui il celebre serial killer di Whitechapel incontra l'investigatore nato dalla creatività di Sir Arthur Conan Doyle; in oltre un secolo i due si sono incontrati moltissime volte in film, romanzi e videogiochi. Il film servì anche come spunto per il romanzo di Ellery Queen dallo stesso titolo (e non viceversa, come molti credono) uscito l'anno seguente.

Il film si apre con l'omicidio di Emma Smith che viene pugnalata al collo nelle strade di Whitechapel. Poco dopo anche Polly Nichols, dopo aver trascorso la serata nel locale di un uomo chiamato Max Steiner, fa la stessa fine per mano dello stesso assassino. Dopo l'omicidio di Annie Chapman in circostanze analoghe alle due precedenti, l'azione si sposta nella casa di Sherlock Holmes dove Watson sta leggendo disgustato sul giornale delle prostitute morte a Whitechapel. Holmes riceve quindi per posta una scatola contenente strumenti chirurgici da cui manca un bisturi per le autopsie. Holmes capisce che l'oggetto è stato dato in pegno in un negozio di Whitechapel e trova uno stemma nobiliare sotto un pezzo di velluto sovraimposto da cui riesce a risalire alla famiglia a cui l'oggetto era appartenuto.

Holmes e Watson incontrano quindi il duca Osborne, che conferma che gli strumenti appartengono al figlio Michael il quale ha lasciato le casa ed è stato disconosciuto. Prima di lasciare il palazzo i due incontrano anche il secondogenito del duca, Lord Carfax, che si mostra più desideroso di fornire informazioni e conferma di non aver più legami con il fratello che era andato a studiare alla Sorbona senza però completare gli studi, da allora era tornato in Inghilterra dove non aveva più allacciato rapporti con la famiglia.

Holmes e Watson si spostano quindi al negozio di pegni di Whitechapel da cui l'oggetto ricevuto era stato acquistato da una donna di nome Angela Osborne. I due incontrano poi l'ispettore Lestrade che li aiuta a visionare il cadavere di Annie Chapman e all'obitorio incontrano anche il medico Murray. Il dottore, che viene assistito da un aiutante dall'aspetto sinistro e malato, oltre a esercitare la professione medica è proprietario di un ospizio per diseredati poco distante. Su indicazione di Holmes, Watson va all'ospizio a chiedere di incontrare Angela Watson e insiste con forza anche dopo che gli viene detto che la donna non è lì. Dopo l'alterco tra Watson, Murray e la nipote Sally (che insieme al medico gestisce la struttura), quest'ultima lascia l'ospizio e viene seguita da Holmes travestito da barbone. L'investigatore quindi ritrova Lord Carfax nella casa in cui Sally entra.

Carfax a quel punto confessa la storia del fratello per intero. Michael tornò dalla Francia e sposò una prostituta, un uomo che venne a sapere il fatto minacciò Carfax di rivelare la verità al padre. Carfax dovette pagare per comprare il silenzio del ricattatore, fino quando convinse l'uomo a rivelargli dove Michael si nascondesse. Il ricattatore gli rispose che lo avrebbe trovato all'ospizio di Murray, ma lì viene detto a Carfax che il fratello è rimasto per qualche tempo ma ora non c'è più, tuttavia questo gli consentì di conoscere Sally. Carfax aggiunge che con i soldi estorti il ricattatore si comprò una taverna, lo spettatore capisce quindi che si tratta di Max Steiner.

Holmes e Watson vanno quindi alla taverna di Steiner dove Watson attira le attenzioni, non ricambiate, di Catherine Eddowes; i due fronteggiano il proprietario chiedendogli indicazioni su dove si trovi Michael. Holmes capisce quindi che la prostituta sposata da Micheal era proprio Angela Osborne la quale era alleata di Steiner nel ricatto, questi però sostiene di non sapere dove la donna si trovi. Mentre si allontanano i due vengono aggrediti da due sconosciuti, che Holmes mette fuori combattimento dimostrando di saper usare bene mani e bastone. Quella stessa notte Elizabeth Stride viene pugnalata e uccisa in mezzo alla strada.

Visto il montare della protesta popolare che denuncia la situazione di degrado, il Primo Ministro incarica Mycroft Holmes di convincere il fratello Sherlock ad occuparsi ufficialmente del caso. Mentre Mycroft parla con Sherlock irrompe Lestrade che porta a Holmes la famosa lettera Dear Boss. Holmes incontra ancora Murray mentre questo è intento all'esame autoptico sul corpo della Stride sempre assisto dal suo sinistro aiutante; il medico conferma a Holmes che l'assassino delle quattro donne è lo stesso e che questo deve avere alcune basi di conoscenza medica. Holmes manifesta quindi i suoi sospetti nei confronti di Micheal Osborne, che aveva conoscenze mediche e buoni motivi per odiare le prostitute.

Quella notte perde la vita anche Mary Kelly che attira dalla finestra lo Squartatore nelle propria casa. Holmes torna all'obitorio dove e viene aggredito dallo Squartatore che però riesce a fuggire senza farsi vedere in faccia.

Holmes torna quindi a incontrare Murray che gli racconta di aver davvero conosciuto Micheal Osborne e che questi scoprì il piano criminale di Angela Osborne e Max Steiner. Durante uno scontro fisico tra Michael e Steiner una bottiglia di acido finì accidentalmente sul viso di Angela che rimase sfigurata. Murray rivela quindi a Holmes l'ultimo pezzo del puzzle: Micheal Osborne è ancora all'ospizio ed è proprio il suo strano aiutante. Poco dopo Holmes e Watson vengono condotti a vedere lo scempio che lo Squartatore ha fatto del corpo della Kelly.

Holmes e Watson vanno quindi di nuovo a incontrare Steiner dove riescono, anche con metodi poco ortodossi, a convincerlo a farli incontrare Angela, che è la vera proprietaria della taverna, in quanto Max è solo uno stipendiato. La donna durante la discussione conferma la ricostruzione di Holmes e mostra il lato sfigurato del suo volto. Il giorno seguente Holmes e Carfax riportano Micheal nella casa paterna, dove viene riaccolto.

Resta solo da scoprire l'identità dello Squartatore, Holmes lo ha già evinto ma per il momento non lo rivela. Holmes si nasconde quindi nottetempo in casa di Angela sapendo che sarà lei la prossima vittima, lo Squartatore non si fa attendere e Holmes lo disarma e conferma i suoi sospetti: l'omicida è Lord Carfax. I due lottano e la casa va a fuoco dopo che Carfax, con un urlo animalesco, lancia una lampada addosso a Holmes. L'investigatore scappa, mentre Carfax resta ucciso.

In ultimo, tornati a casa, Holmes spiega a Watson come ha fatto ha scoprire l'assassino da dettagli apparentemente insignificanti e che Carfax voleva in realtà eliminare solo Angela perché non infangasse il nome di famiglia, ma non avendola mai vista pensò di eliminare una alla volta tutte le prostitute di Whitechapel.

Come è ovvio, questo film non ha alcuna pretesa di storicità, ma regala solo un'ora e mezza di divertimento. La storia come narrata si prende infatti molte libertà rispetto a come si è svolta in realtà. Anzitutto le vittime vengono solo pugnalate e non sgozzate e sventrate. Nel film viene anche detto che la Nichols è morta a tre giorni di distanza dalla Smith, mentre nella realtà passarono ben cinque mesi. Polly Nichols viene uccisa in una vasca di acqua, mentre nella realtà fu trovata in strada. In ultimo, nel film Mary Kelly attira il suo assassino nella sua casa al primo piano, ma è ben noto che la donna vivesse al piano terra e questo fu fondamentale per il modo in cui il cadavere fu trovato.

Il film si concede anche qualche grossolana ingenuità. Come il coltello che perfora il collo della Smith e che viene dall'assassino lasciato nel corpo della vittima. Al contrario mostra un Holmes più simile a quello del canone di Arthur Conan Doyle, in grado di passare all'azione e anche alle mani quando la situazione lo richiede.

Il doppiaggio italiano è impreziosito dalla presenza di voci storiche, quali Giuseppe Rinaldi che dà la voce a Sherlock Holmes e Ferruccio Amendola che doppia ben tre comparse: il macellaio che rifiuta i favori sessuali di Annie Chapman, il poliziotto che invita Elizabeth Stride a non stare in giro di notte e il maggiordomo del Primo Ministro.

Oltre ad essere un film divertente a interessante, questa pellicola costituisce anche la prima fiction che mostra l'ipotesi del complotto reale (anche gli Osborne sono dei duchi di cui non è chiara la parentela con la famiglia della regina), ma come è evidente dalla trama del film questa non ha alcun realismo e può essere giusto relegata alle fiction.

lunedì 20 febbraio 2017

Portrait of a Killer - Jack the Ripper Case Closed di Patricia Cornwell

C'era una volta una famosa scrittrice di romanzi di successo, che creò personaggi entrati nell'immaginario collettivo come Kay Scarpetta o Judy Hammer. La stessa scrittrice dopo dodici anni di successi decise di gettare la propria carriera e credibilità alle ortiche dimostrando incompetenza e superficialità in un maldestro tentativo di individuare la vera identità di Jack lo Squartatore.

Stiamo ovviamente parlando di Patricia Cornwell e del suo saggio del 2002 intitolato Portrait of a Killer - Jack the Ripper Case Closed (tradotto in italiano come Ritratto di un assassino: Jack lo Squartatore Caso chiuso), in cui propone una stupida e ridicola teoria secondo cui lo Squartatore di Whitechapel sarebbe il pittore Walter Sickert. Le prove, secondo la scrittrice, starebbero nelle lettere inviate dallo Squartatore su cui sarebbe stato trovato il DNA mitocondriale di Sickert. La Cornwell sembra quindi ignorare che tutte le lettere in questione, con la sola esclusione di quella che inizia con From Hell, sono ritenute dei falsi; quindi quand'anche Sickert fosse l'autore delle lettere, questo al massimo farebbe di lui un burlone che si divertiva a prendere in giro gli inquirenti e non un pericoloso serial killer. La Cornwell sembra anche ignorare che in oltre un secolo su quelle lettere si sono sicuramente sovrapposti frammenti di DNA mitocondriale di altre persone che le hanno toccate e che in ogni caso il DNA mitocondriale non identifica univocamente le persone, ma campioni uguali possono appartenere a persone diverse.

Inoltre la scrittrice sostiene che indicazioni della colpevolezza di Sickert si trovino anche nelle sue tele, che descrivono donne morte spesso in condizioni simili ai veri omicidi dello Squartatore. Ma purtroppo per lei gli unici casi di omicidio simili a quelli raffigurati da Sickert sono quelli di Mary Kelly e Catherine Eddowes, ovvero i due di cui esistono delle foto. E' quindi estremamente più probabile che Sickert abbia visto quelle foto e vi si sia ispirato.

In ultimo, sostiene la scrittrice, Sickert sarebbe stato operato al pene e questo lo rendeva incapace di avere rapporti sessuali e aveva pertanto maturato negli anni un profondo odio verso il genere femminile. La Cornwell, che nell'ambito della sua ricerca ha comprato trentadue tele di Sickert spendendo 6 milioni di sterline, ha anche distrutto uno dei quadri di Sickert, compiendo un atto vandalico di indicibile stupidità, alla ricerca di reperti biologici.

E' abbastanza evidente che il libro di Patricia Cornwell altro non sia che un'accozzaglia di cretinate della peggior specie. Questo libro è una delle più grosse raccolte di stupidaggini sullo Squartatore che siano mai state scritte. La Cornwell infatti ignora i dettagli più importanti che confutano la sua tesi: tipo che Sickert viveva in Francia al tempo degli omicidi.

Visto il livello di credulità e incompetenza della scrittrice viene da chiedersi quanto siano realistici i suoi romanzi. Forse questo saggio del 2002 è utile almeno per una cosa: aver esposto uno dei più grandi bidoni della storia della letteratura contemporanea.