mercoledì 16 dicembre 2020

Perché Jack the Ripper si chiama così?

Come è ben noto l'assassino di Whitechapel non si diede il nome di Jack the Ripper da solo, ma gli fu attribuito da lettera, con ogni probabilità fasulla, inviata alla Central News Agency di Londra. La lettera inizia con Dear Boss, ed è nota anche con questo titolo, ed è la prima ad essere firmata Jack the Ripper. Tuttavia l'ignoto autore della missiva non inventò il nome da zero, ma prese spunto da un aggressore solitario che si aggirava per le vie di Londra e da una gang di strada che in quel periodo colpì principalmente a Liverpool ma la cui fama si diffuse in tutta l'Inghilterra.

Il nome Jack fu mutuato da quello di Spring-Heeled Jack, un personaggio che oggi appartiene al folklore vittoriano e che non è mai stato individuato chiaramente. Dagli anni 30 del diciannovesimo secolo fino ai primi anni del 1900 si diffusero racconti di persone, soprattutto donne, che riportavano di essere state aggredite da un essere mostruoso, con mani artigliate e che indossava un casco e un mantello nero. L'uomo fu chiamato Spring-Heeled Jack (letteralmente Jack dai Tacchi a Molla, ma di norma tradotto come Jack il Saltatore) per la sua capacità di fuggire rapidamente senza lasciare tracce di sé. Ad oggi non è noto se Spring-Heeled Jack sia stato un personaggio reale o solo il frutto della fantasia di persone che attribuivano a un essere mostruoso delle aggressioni compiute dalla microcriminalità locale.

Una strada periferica di Liverpool nel 1933. Fonte Liverpool Echo

La parola Ripper deriva invece da una gang che colpiva con aggressioni e omicidi nella città di Liverpool armata di coltelli e cinture proprio negli anni 80 del 1800 e che era chiamata High Rip Gang. La loro notorietà era tale che altre gang con lo stesso nome nacquero in altre città della Gran Bretagna e una di queste operava proprio nell'East End di Londra; infatti i decessi di Martha Tabram e Polly Nichols furono dapprima attribuiti alla High Rip Gang. Tuttora è probabile che siano stati loro gli assassini di Emma Smith.

Combinando quindi i nomi di questi due criminali dell'epoca, l'autore della lettera Dear Boss creò il nome Jack the Ripper.

sabato 28 novembre 2020

L'omicidio di Johnny Gill

Nel dicembre del 1888, pochi mesi dopo le famigerate gesta di Jack lo Squartatore, un altro omicidio scosse l'Inghilterra vittoriana: quello del piccolo Johnny Gill di soli sette anni nella città di Bradford.

Johnny era il primo figlio di Thomas Gill, un vetturino della zona, e di sua moglie Mary Ann, la coppia aveva in totale quattro figli. Il 27 dicembre Johnny uscì presto come era solito fare per accompagnare il lattaio locale, il ventitreenne William Barrett, nel suo giro di consegne. Il ragazzino non tornò mai più a casa. La famiglia si allarmò non vedendolo tornare e contattò la stampa locale e la polizia; l'ultimo ad aver visto Johnny era quindi stato il lattaio, il quale però dichiarò alla famiglia che il bambino aveva deciso di tornare a casa da solo appena prima dell'ultima consegna e che quindi non aveva informazioni utili per rintracciarlo.


Le ricerche incessanti e le indagini furono vane per i primi due giorni, fino a quando la mattina del 29 dicembre l'assistente del macellaio locale Joseph Buckle entrò nella stalla del suo capo per prendere uno dei cavalli e in una delle rimesse trovò un fagotto di vestiti, sotto al quale si celava il cadavere smembrato di Johnny Gill. Il bambino era stato orrendamente mutilato, sventrato e fatto a pezzi. La causa del decesso erano due ferite al petto, ma gli abiti non presentavano tagli, quindi il bambino era stato spogliato prima di essere ucciso; inoltre l'ano e il pene mancavano tra gli organi sparsi sulla scena del ritrovamento.

Si diffuse subito la voce in città che l'omicidio fosse opera di Jack lo Squartatore; del resto qualche fatto strano che lo lasciasse supporre era avvenuto. Una delle ultime lettere anonime ricevute da un quotidiano a Londra diceva che lo Squartatore si sarebbe spostato dalla capitale. Inoltre il giorno della sparizione del ragazzo un sarto di Bradford, di nome Cahill, era tornato a casa con la moglie dopo alcuni giorni di assenza per partecipare a una festa e a un ballo, e al suo ritorno trovò la casa svaligiata e a soqquadro e l'unica rivendicazione fu un biglietto lasciato sopra a due coltelli incrociati che diceva:

Half past nine! Look out! Jack the Ripper has been here!


e sul retro recava la scritta:

I have removed down the canal side. Please drop in! Your truly, SUICIDE.



Tuttavia la polizia non si lasciò influenzare da questa suggestione e procedette all'arresto di William Barrett perché tutti gli indizi sembravano puntare contro di lui. A casa di Barrett fu trovato un coltello che doveva servire a tagliare il pane, ma che corrispondeva alle ferite inferte sul corpo di Johnny. Inoltre alcune testimonianze oculari parvero incastrarlo. Una ragazzina, la finestra della cui camera da letto affacciava su una stalla di proprietà del datore di lavoro di Barrett, disse di aver sentito rumori di arnesi metallici provenire dalla stalla nelle prime ore del 29 dicembre. Un altro testimone, un uomo di nome Dyer, riportò di aver visto Barrett nelle vicinanze della stalla il 27 dicembre con un fagotto tra le mani. Inoltre molti testimoni oculari dissero di aver visto Barrett con Johnny il 27 dicembre dopo l'orario in cui il bambino si sarebbe separato dal lattaio.

Barrett comunque fu scarcerato pochi giorni dopo perché i magistrati non trovarono sufficienti evidenze contro di lui. Il 16 gennaio William Barrett poté quindi tornare a casa.

L'inchiesta proseguì e dopo che il coroner presentò il suo rapporto, la giuria dispose di nuovo l'arresto di Barrett il quale venne rimandato a giudizio e giudicato da un Gran Giurì, ma anche in questo caso il verdetto fu di assoluzione.

Il caso di Johnny Gill resta ad oggi insoluto e neanche gli autori moderni concordano sul verdetto. Lo storico e medico Jan Bondeson, che ha trattato il caso nel suo volume Victorian Murders del 2017, sostiene che Barrett fosse un uomo rispettabile dalla vita normale, sposato da un anno e con un figlio, che non avrebbe avuto nessun interesse uccidere il suo giovanissimo collaboratore; per Bondeson quindi Barrett è innocente. Al contrario secondo la scrittrice Kathryn McMaster, autrice nel 2016 del libro Who Killed Little Johnny Gill?, Barrett sarebbe un sociopatico che commise il delitto perfetto e riuscì a scampare la condanna grazie ad abili avvocati.

È ormai impossibile che il mistero venga dipanato dopo oltre centotrent'anni dal delitto. L'unica cosa certa è che l'assassino di Johnny Gill non fu lo Squartatore di Whitechapel. La vittima è infatti molto diversa da quelle scelte da Jack lo Squartatore, ma lo è anche il modus operandi; infatti Johnny Gill venne dapprima rapito, poi ucciso in altro luogo, smembrato e abbandonato ancora in un'altra posizione. È probabile semmai che l'assassino, chiunque fosse, abbia voluto imitare lo stile di Jack lo Squartatore in modo da allontanare i sospetti da sé.

L'unica cosa purtroppo certa in questa intricata vicenda è che ormai questo orribile delitto rimarrà irrisolto e che il piccolo Johnny Gill non avrà mai giustizia.



Fonti:
  • Who Killed Little Johnny Gill? di Kathryn McMaster
  • Victorian Murders di Jan Bondeson

venerdì 30 ottobre 2020

Dr. Jekyll and Sister Hyde (Barbara, il mostro di Londra) di Roy Ward Baker, 1971

Nel 1971 la Hammer Film Production ha portato sul grande schermo una libera reinterpretazione del romanzo di Robert Louis Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde intitolato Dr. Jekyll and Sister Hyde (tradotto in italiano come Barbara, il mostro di Londra).

Nel film il dottor Jekyll, lontanissimo dall'integerrimo medico del romanzo di Stevenson, è alla ricerca del siero della lunga vita e basa i suoi esperimenti su ormoni femminili, partendo dal presupposto scientifico che le donne vivono più a lungo degli uomini. Il dottor Jekyll prova la pozione di sua invenzione su di sé con l'effetto di trasformarsi in una bellissima donna malvagia a cui attribuisce il nome di Edwina Hyde (Barbara, nella traduzione italiana) e che spaccia per la propria sorella che usa il cognome del defunto marito.

Per continuare i suoi esperimenti Jekyll ha bisogno di sangue femminile. Dapprima commissionerà una serie di omicidi alla coppia di assassini formata da Burke e Hare (che nella realtà agirono in Scozia tra il 1827 e il 1828, mentre il film è ambientato in concomitanza con gli omicidi di Whitechapel); ma quando i due verranno presi e linciati dalla folla, Jekyll compirà gli omicidi da solo grazie al suo insospettabile alter ego femminile. Gli omicidi di Edwina Hyde verranno confusi dalla popolazione e dalla polizia con quelli coevi di Jack lo Squartatore e il dottor Jekyll verrà accusato di entrambe le sequenze di delitti.

Il film è quindi un pastiche tra il dottor Jekyll e Mr Hyde, Burke e Hare (a cui è ispirata un'altra novella di Robert Louis Stevenson, intitolata Il Trafugatore di Salme) e Jack lo Squartatore, con l'aggiunta della femme fatal.

Ovviamente va preso per quello che è: un'ora e mezza di divertimento senza pretese di storicità o contenuti. La trama è infatti praticamente inesistente e tutto il film è basato sul fascino di Martine Beswick (che nel decennio precedente era stata la Bond girl di Thunderball e Dalla Russia con Amore) che interpreta Edwina Hyde. Se approcciato con le giuste aspettative, il film è comunque godibile e si lascia vedere volentieri grazie anche a un'ottima ricostruzione della Londra vittoriana.

domenica 6 settembre 2020

Denis Forasacco - Jack lo Squartatore

Il 5 settembre di quest'anno il Corriere della Sera ha pubblicato come allegato il volume di Denis Forasacco Jack lo Squartatore all'interno della collana Grandi Delitti Nella Storia.

Il volume offre una sintesi dei fatti relativi agli omicidi seriali di Whitechapel partendo dal contesto sociale, per arrivare alla descrizione degli omicidi e a quella dei principali sospettati, sia contemporanei sia moderni. Il compendio proposto dall'autore è di livello accettabile, ma il libro sembra soffrire di strane scelte dal punto di vista delle bibliografia. L'autore cita più e più volte come propria fonte il libro Il Killer delle Prostitute di Massimo Centini, il quale ovviamente ha solo fatto una sintesi di quanto scritto da altri autori e non ha compiuto nessuna ricerca inedita. Non a caso nessuno conosce Centini nell'ambito della ripperologia e il suo libro è completamente ignorato dagli studiosi. Forasacco inoltre cita varie volte il primo libro di Patricia Cornwell Ritratto di un assassino ma sembra ignorare l'esistenza del secondo, Ripper, che comunque ha già quattro anni. L'autore, al contrario, non cita mai i veri capisaldi, come i volumi di Paul Begg e di Philip Sugden.

Il libro pubblicato dal Corriere contiene inoltre una serie di imprecisioni difficilmente spiegabili. L'autore scrive più volte che Mary Jane Kelly era incinta al momento in cui è stata uccisa: circostanza che non trova conferma in nessun documento ufficiale ma che è solo una leggenda metropolitana, una delle tante della ripperologia. Forasacco arriva anche a ritenere che la maggior parte delle lettere inviate alla polizia da parte di sedicenti assassini fossero autentiche, altra argomentazione scartata dalla maggior parte degli studiosi. Inoltre sostiene che la teoria del complotto reale abbia ritrovato slancio a seguito dell'uscita del film per la TV La vera storia di Jack lo Squartatore del 1988 con Michael Caine; ma nel film, contrariamente a quanto scrive Forasacco, William Gull non agisce su mandato della regina, ma solo in preda al proprio delirio.

Il volume pubblicato dal Corriere è in sintesi senza infamia e senza lode, e proprio per questo decisamente evitabile.

martedì 19 maggio 2020

Gian Luca Margheriti - Lettere dall'Inferno: la vera storia di Jack lo Squartatore

Nel 2014 il fotografo e scrittore italiano Gian Luca Margheriti ha pubblicato il volume Lettere dall’Inferno: la vera storia di Jack lo Squartatore che si propone di dare un quadro completo della storia dell’assassino di Whitechapel, dai fatti di base ai principali sospettati.

Il volume di Margheriti è purtroppo viziato da uno stile completamente inadeguato; l’autore narra i fatti riportando gesti e discorsi diretti come se ci fossero stati dei testimoni oculari di ogni singolo dettaglio. Vediamo quindi Abberline accendersi sigarette durante le indagini, leggiamo delle sue occhiaie e del suo scarso appetito dovuto allo stress. Ovviamente tutto ciò è figlio della fantasia dell’autore. Margheriti arriva anche a narrare i dettagli erotici dell’incontro tra Mary Jane Kelly e il suo assassino. Uno stile così romanzato non si sposa bene con il racconto delle gesta di un vero serial killer.

L’autore incappa anche in una serie di errori davvero inspiegabili. Ad esempio riporta che ad Annie Chapman furono rimossi i reni, circostanza che non corrisponde al vero, e che il cadavere della stessa Chapman sia stato lavato nell’obitorio senza autorizzazione e che i suoi vestiti siano stati rubati: tutto ciò è inventato di sana pianta. Un’altra invenzione dell’autore, tra le altre, vuole che John Pizer, noto con l’appellativo di grembiule di cuoio (o grembiule di pelle in altre traduzioni), si fosse nascosto a casa del cognato per sfuggire alla polizia: anche questo non trova riscontro da nessuna parte.

La seconda parte del libro che tratta i sospetti moderni e contemporanei è di qualità migliore perché tratta le teorie più assurde, come il complotto reale o quella di Patricia Cornwell, come tali e distingue nettamente le teorie legittime da quelle favolistiche.

Ma questo è troppo poco per salvare un volume che di buono ha davvero poco. Sicuramente questo libro non eccelle per qualità. C’è di molto meglio, anche in italiano.

giovedì 23 aprile 2020

Five books for newbies

1 - The Complete and Essential Jack the Ripper by Paul Begg and John Bennett (2013)

The Complete and Essential, published in 2013 by two of the best ripperologists in the world, gives a complete overview of the case and of both contemporary and modern investigations. The book covers all relevant aspects without overwhelming the readers with details he might get lost into. This is probably the best book to start for newbies who want to approach this argument.


2 - The Complete History of Jack the Ripper by Philip Sugden (1994)

Philip Sugden was an historian who felt ripperology was engulfed in myth and unreliable theories, therefore he decided he wanted to set the point straight about hard facts. His book presents the whole case from scratch and it's very good and successful in doing so. His favorite suspect is Severin Klosowski (also known as George Chapman) who is after all a credible culprit, so this is not necessarily a bad aspect.



3 - Jack the Ripper: The Facts by Paul Begg (2004)

In The Facts ripperologist Paul Begg covers in detail every single aspect of the whole case: from potential victims to the canonical victims, from suspects to popular culture, based on both historical documents and new findings and using classical and modern investigation techniques. The author explores deeply every topic he touches thus giving the reader a complete and well research knowledge on the case. Probably the best book about Jack the Ripper ever written.


4 - Jack the Ripper: Scotland Yard Investigates by Stewart P. Evans and Donald Rumbelow (2006)

As the title suggests, the two authors describe the investigation by the Victorian police on the Whitechapel murders, thus explaining what evaluations they made and why, and what impact the press had on them. This is a very valuable book to understand the basics of the Jack the Ripper case, because before reading and evaluating new theories one needs to know what trails the police followed back then and what they considered reliable and what was not.


5 - Jack the Ripper by Paul Begg and John Bennett (2017)

With the help of CGI technology this book reconstructs what places looked like in Victorian Whitechapel in 1888. To have a complete understanding of the facts, one has to know also where they happened and this unique book is very successful in doing so.

martedì 24 marzo 2020

The Royal Conspiracy Theory

The original Italian version is available here.

The most famous theory about Jack the Ripper's identity is undoubtedly the royal conspiracy one. According to this theory, Prince Albert Victor, Queen Victoria's grandson, was a frequent visitor of London's East End, where he established a relationship with a woman called Annie Elizabeth Crook, with whom he also had a daughter called Alice Margaret. Obviously the royal family could not accept the situation because Annie Elizabeth was not of royal descent and moreover she was Catholic. The Queen therefore decided to resolve the issue drastically: Annie Elizabeth was kidnapped and laboratory experiments were carried out on her in order to make her lose her memory; during the kidnapping Alice Margaret managed to escape and her traces were lost for decades.


The problem would have been solved if it weren't for a lady living in Whitechapel whose name was Mary Jane Kelly who knew all the truth having nursed Alice Margaret and who had confided her secrets to three friends. The Queen then decided to silence everyone and commissioned her personal doctor, Sir William Gull, assisted by coachman John Netley to resolve the matter. Gull then began lurking in Whitechapel's dark nights killing five women: Mary Kelly, the three friends and Catherine Eddowes mistaken for Mary Kelly, as Catherine also sometimes called herself Mary Kelly. After killing Eddowes, the killer threw a shred of the apron of the woman with which he had cleaned his knife in a archway in Goulston Street and left a chalk writing on the wall with which he clarified his belonging to Freemasonry with a dark and disturbing language. The writing said The Juwes are the men That Will not be Blamed for nothing and according to conspiracy theorists the word Jewes would be a collective name that in Freemasonry is used to indicate Jubela, Jubelo and Jubelum, the three alleged killers of the imaginary Masonic character Hiram Abif.

This theory was popularized by the BBC television series Jack The Ripper in 1973 followed by Stephen Knight's notorious book Jack The Ripper: The Final Solution in 1976. Since then it has been the most famous portrayed in novels and movies, including the ludicrous From Hell with Johnny Depp produced in 2001: an excellent example of cinema and a very bad example of historical reconstruction.

Aside from the historical checks that can be made, which have not confirmed the royal conspiracy theory to be true, this hypothesis does not stand up to a minimum of critical thinking. Sir William Gull was 72 years old in 1888 and there is not a single case in the history of a respected professional who becomes a serial killer at such an old age by order of others. He also had at least two heart attacks and doesn't seem like a good candidate to have killed five women by force.

The theorists of this conspiracy mention a statement by Dr. Llewellyn about the murder of Mary Ann Nichols, according to which the killer had removed her organs with the precision of a surgeon, to claim that the Ripper may have been a doctor. However Gull was not a surgeon but a physician and had never operated on anyone in his career; therefore he could not have any surgical ability, let alone precision.

There is no evidence that Gull was a Freemason, however Freemasonry is a secret society and not a mob-like criminal organization to be hired for murder. Furthermore, the word Jewes written in the Goulston Street graffiti has no Masonic meaning at all and does not occur in the Masonic texts and there's no explanation to why the killer would have had to waste precious time during his escape to write a message that gave correct indications to the investigators on his identity.

There is also no evidence that the five victims of the Ripper knew each other, nor is it clear why the royal conspirators would have decided to reserve different treatments for the four witnesses and Annie Elizabeth Crook: they could have simply killed Annie Elizabeth too. If the royal hired assassin had to silence the four women he would have done so in a much shorter time than the more than two months the killer took; nor would the ferocity used by the murderer be explained: if they had been murders for hire, the murderer would have been as quick as possible without unnecessarily risking getting dirty with blood.


The fact that Gull may have mistaken Catherine Eddowes for Mary Kelly because of the partial homonymy is also completely laughable: the two women were very different in age and appearance and we do not believe that the killer asked the victims' names before slaughtering them, he surely would have known in advance which girl he had to kill. And Mary Kelly is obviously a very popular name in London: both in 1888 and today.

Finally, a royal hired assassin with a coachman at his service would have had better means that would not have forced him to clean his weapon with a piece of apron and then leave it in an archway where he knew it would be found, it would be enough to simply bring the dirty knife with himself on the royal coach.

Unfortunately this is one of the best known theories; it is undoubtedly fascinating, but completely unfounded and absurd. To accuse an esteemed professional of being a murderer is not a legitimate theory and is not even funny: it is infamy.

This conspiracy theory is a nonsense that deserves no consideration but only derision and which should be eradicated from the world of ripperology.

La teoria della cospirazione reale

Una traduzione in inglese è disponibile qui.

La più celebre delle teorie sull'identità di Jack lo Squartatore è senza dubbio quella della cospirazione reale. Secondo questa teoria il Principe Alberto Vittorio, nipote della Regina Vittoria, era solito frequentare i bassifondi dell'East End di Londra, dove avrebbe instaurato una relazione con una donna chiamata Annie Elizabeth Crook, dalla quale avrebbe avuto anche una figlia chiamata Alice Margaret. Ovviamente la famiglia reale non poteva accettare la situazione perché Annie Elizabeth non aveva sangue reale e per di più era cattolica. La Regina decise quindi di risolvere la questione in modo drastico: Annie Elizabeth venne rapita e su di lei furono condotti esperimenti di laboratorio al fine di farle perdere la memoria; durante il rapimento Alice Margaret riuscì invece a fuggire e di lei si persero le tracce per decenni.


La questione sarebbe conclusa se non fosse che a Whitechapel abitava una donna di nome Mary Jane Kelly che conosceva tutta la verità avendo fatto da balia ad Alice Margaret e che aveva confidato i propri segreti a tre amiche. La Regina decise allora di ridurre tutti al silenzio e incaricò il proprio medico personale, Sir William Gull, assistito dal vetturino John Netley di risolvere la questione. Gull iniziò allora a muoversi nell'ombra nelle notti di Whitechapel uccidendo cinque donne: Mary Kelly, le tre amiche e Catherine Eddowes scambiata per Mary Kelly, in quanto anche Catherine alle volte si faceva chiamare Mary Kelly. Dopo aver ucciso la Eddowes, l'assassino avrebbe gettato un brandello del grembiule della donna con cui aveva pulito il coltello in un antro di Goulston Street e lasciò sul muro una scritta in gesso con cui chiariva la propria appartenenza alla massoneria con un linguaggio oscuro e inquietante. La scritta diceva The Juwes are the men That Will not be Blamed for nothing e secondo i teorici del complotto la parola Jewes sarebbe un nome collettivo che nella massoneria viene usato per indicare Jubela, Jubelo e Jubelum, cioè i tre presunti assassini del personaggio immaginario massonico Hiram Abif.

Questa teoria è stata resa popolare dalla serie televisiva Jack The Ripper della BBC del 1973 a cui seguì il celeberrimo libro Jack The Ripper: The Final Solution di Stephen Knight nel 1976. Da allora è la più celebre tra quelle riprese in romanzi e film, tra cui lo sciagurato From Hell con Johnny Depp del 2001: ottimo esempio di cinema e pessimo esempio di ricostruzione storica.

A parte le verifiche storiche che si possono fare, e che non hanno confermato la teoria della cospirazione reale, questa ipotesi non regge nemmeno a un minimo di rigore critico. Sir William Gull aveva 72 anni nel 1888 e non esiste un solo caso nella storia di un rispettato professionista che diventi un serial killer ad età tanto avanzata per ordine altrui. Inoltre aveva avuto almeno due infarti e non sembra proprio un buon candidato ad aver ucciso cinque donne con la forza.

I teorici di questa cospirazione richiamano un'affermazione del dottor Llewellyn sull'omicidio di Mary Ann Nichols, secondo cui l'assassino aveva asportato gli organi con precisione da chirurgo, per sostenere che lo Squartatore possa essere stato un medico. Tuttavia Gull non era un chirurgo ma un medico di base e non aveva mai operato nessuno nella sua carriera; non poteva pertanto avere nessuna capacità chirurgica.

Non esiste alcuna prova che Gull fosse un massone, in ogni caso la massoneria è una società segreta e non un'organizzazione criminale a cui commissionare omicidi. Inoltre la parola Jewes scritta nel graffito di Goulston Street non ha alcun significato massonico e non ricorre nei testi massonici e nemmeno si capisce perché l'assassino avrebbe dovuto perdere tempo prezioso nella sua fuga per scrivere un messaggio che dava indicazioni corrette agli inquirenti sulla propria identità.

Non esiste parimenti alcuna prova che le cinque vittime dello Squaratore si conoscessero tra loro e nemmeno è chiaro per quale motivo i cospiratori reali avrebbero deciso di riservare trattamenti diversi alle quattro scomode testimoni e ad Annie Elizabeth Crook: avrebbero banalmente potuto uccidere anche Annie Elizabeth. Se i messi reali avessero dovuto ridurre al silenzio le quattro donne lo avrebbero fatto in un tempo molto più breve rispetto agli oltre due mesi che l'assassino ha impiegato; né si spiegherebbe la ferocia impiegata dall'assassino: se fossero stati omicidi su commissione, l'assassino sarebbe stato più rapido possibile senza rischiare inutilmente di sporcarsi di sangue.


Il fatto che Gull possa aver scambiato Catherine Eddowes per Mary Kelly per via della parziale omonimia è poi completamente risibile: le due donne erano diversissime per età e aspetto e non crediamo proprio che l'assassino chiedesse il nome alle vittime prima di sgozzarle, evidentemente avrebbe dovuto sapere in anticipo chi uccidere. E Mary Kelly è evidentemente un nome molto diffuso a Londra: sia nel 1888, sia oggi.

In ultimo, un messo reale con tanto di vetturino al suo servizio avrebbe avuto mezzi migliori che non lo avrebbero costretto a pulire la propria arma con un pezzo di grembiule per poi lasciarlo in un antro dove sapeva sarebbe stato trovato, sarebbe bastato semplicemente portare il coltello sporco con sé sulla carrozza.

Purtroppo questa è una delle teorie più note; è senza dubbio affascinante, ma completamente infondata e assurda. Accusare uno stimato professionista di essere un assassino non è una teoria legittima e non è nemmeno divertente: è un'infamia.

La teoria del complotto reale è una sciocchezza che non merita nessuna considerazione ma solo derisioni e che dovrebbe essere eradicata dal mondo della ripperologia.