sabato 1 ottobre 2022

Cronologia della teoria Aaron Kosminski/David Cohen


Testi dell'epoca Vittoriana


Il cognome Kosminski, senza un primo nome, appare per la prima volta nel Macnaghten Memorandum, ovvero un testo scritto nel 1894 dal vicecommissario della polizia metropolitana di Londra Melville Macnaghten e pubblicato dalla figlia nel 1959. Il testo era stato scritto in risposta a un articolo del Sun che indicava come possibile sospetto degli omicidi di Whitechapel Thomas Cutbush, il quale era stato arrestato nel 1891 per aver aggredito con un coltello due giovani donne ma che non era mai stato considerato un sospettato dalla polizia.

Macnaghten nel suo documento elencò tre sospettati tra cui Kosminski, di cui scrisse quanto segue:
Kosminski, un ebreo polacco, residente a Whitechapel. Quest'uomo impazzì a causa di troppi anni di vizi solitari. Serbava un grande odio per le donne, specialmente le prostitute e aveva forti tendenze omicide: fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico attorno al marzo del 1889. Ci furono molte circostanze a riguardo di quest'uomo che lo resero un forte "sospettato"


Gli altri due sospettati elencati da Macnaghten erano Montague John Druitt e Michael Ostrog, verso i quali però gli indizi sono molto deboli. Nel 1910 il vicecapo della Metropolitan Police di Londra Robert Anderson pubblicò la propria autobiografia intitolata The Lighter Side of My Official Life nella quale scrisse relativamente alle indagini su Jack lo Squartatore:
E il risultato provò che la nostra diagnosi era giusta sotto ogni punto. Posso dire che gli “omicidi irrisolti” sono rari a Londra, e i crimini di “Jack lo Squartatore” non ricadono in questa categoria. E se la polizia qui avesse gli stessi poteri che ha la polizia francese, l’assassino sarebbe stato consegnato alla giustizia. [omissis] Nel dire che era un ebreo polacco sto semplicemente asserendo un fatto accertato. E le mia parole vogliono specificare una razza, non una religione. Perché farebbe infuriare qualunque sentimento religioso parlare della religione di una creatura ripugnante i cui vizi completamente innominabili lo hanno ridotto a un livello inferiore a quello dei bruti.


Dal testo di Anderson si evince quindi che, secondo i suoi ricordi, la polizia sapeva con certezza chi fosse l'assassino e dalla descrizione emerge che l'unico dei tre citati da Macnaghten che potesse combaciare con quanto riportato da Anderson era proprio Kosminki.

Negli anni 80 dello scorso secolo, quindi circa un secolo dopo gli omicidi di Whitechapel, emerse un altro documento fondamentale risalente all'epoca degli omicidi, una nota manoscritta a matita dall'ispettore capo Donald Swanson su una copia dell'autobiografia di Anderson in cui annotava:
...perché il sospettato era pure un ebreo [omissis] ...dopo che il sospettato è stato identificato alla Seaside Home dove è stato mandato da noi con difficoltà per l'identificazione, e lui sapeva di essere stato identificato. Al suo ritorno nella casa del fratello a Whitechapel veniva tenuto sotto osservazione dalla polizia giorno e notte. In breve tempo il sospettato, con le mani legate dietro la schiena, fu mandato alla Stepney Workhouse e dopo al Colney Hatch e morì poco dopo - Kosmisnki era il sospettato - DDS


confermando così che il sospettato di Anderson combaciava con il Kosminski di Macnaghten.


Le ricerche di Martin Fido negli anni 80


Fino agli anni 80 del ventesimo secolo di Kosminski era noto solo il cognome. L'autore e insegnante universitario Martin Fido cercò quindi negli archivi degli istituti psichiatrici nel tentativo di attribuire un nome al misterioso sospettato per la stesura del libro The Crimes, Detection and Death of Jack the Ripper. Fido non trovò nessuno con quel cognome, ma trovò negli archivi il nome di David Cohen che corrispondeva in parte alla descrizione di Anderson: l'uomo era un sarto di ventitré anni che era stato arrestato il 7 dicembre 1888 (poco dopo l'omicidio di Mary Jane Kelly) ed era morto nel 1889 durante la detenzione. Il problema era ovviamente che Cohen e Kosminski sono nomi completamente diversi.

L'autore continuò la propria ricerca e trovo il nome di un tale Nathan Kaminsky che era stato ricoverato in quanto malato di sifilide (aspetto che indicava la frequentazione di prostitute) nel marzo del 1888 e di cui si sono poi perse le tracce. Fido ipotizzò che David Cohen e Kaminsky fossero la stessa persona in base a un probabile errore di trascrizione, il personale incaricato di trascrivere il nome potrebbe aver capito Cohen invece di Kamin. In seguito Fido ipotizzo che David Cohen fosse un nome generico attribuito a chiunque avesse un nome troppo difficile per l'incaricato da trascrivere: una sorta di John Doe dell'epoca Vittoriana. Nella sua prima teoria, insomma, Fido ipotizzò che i funzionari dell'epoca confusero Kaminiski con Cohen e che Macnaghten scrisse per errore Kosminski anziché Kaminisky.

Dopo la pubblicazione del libro Fido proseguì le proprie ricerche estendendole ai registri fino al 1892 e trovò il nome di Aaron Kosminski che era stato rinchiuso nel Colney Hatch Lunatic Asylum, lo stesso di David Cohen e lo stesso menzionato nella nota di Swanson, nel febbraio del 1891. Kosmninski, stando alla data della propria reclusione, potrebbe quindi anche essere l'assassino di Alice McKenzie.

Non furono trovati altri detenuti con il cognome Kosminski e questo lascia pensare che Aaron fosse proprio il sospettato di cui scrisse Macnaghten, anche se esistono almeno tre problemi. Il primo è che Macnaghten scrisse che Kosminski fu rinchiuso in un manicomio nel 1889, mentre Aaron Kosminski fu rinchiuso due anni dopo; la causa della discrepanza può in questo caso essere un banale errore. In secondo luogo Aaron Kosminski non manifestò comportamenti violenti durante la sua detenzione, cosa che non combacerebbe con il profilo di un serial killer. Il terzo, e più importante, problema fu che Aaron Kosminski morì nel 1919 e quindi non combacia con il fatto che Swanson avesse scritto che il sospettato di Anderson era morto poco dopo essere stato rinchiuso; anche in questo caso può trattarsi di un errore.

A parte ciò, Aaron Kosminski corrisponde in gran parte a quanto scritto da Swanson per quanto riguarda la stazione di polizia in cui fu arrestato e gli ospedali in cui venne ricoverato. Inoltre corrisponde anche alle poche informazioni scritte da Macnagthen in quanto si trattava di un ebreo polacco, residente a Whitechapel e dedito a vizi solitari.

Negli stessi anni emerse dal registro di un tribunale, il Thames Police Court, un'accusa nel confronti di Aaron Davis Cohen, sarto di professione, che con ogni probabilità è la stessa persona indicata nei registri del Colney Hatch come David Cohen, escludendo con buona certezza che David Cohen e Nathan Kaminsky fossero la stessa persona.


Studi moderni


Nei decenni recenti i ripperologi si sono dedicati a ricostruire la vista di Aaron Kosminski con crescente attenzione, trattandosi di uno tra i più importanti sospettati per gli omicidi di Whitechapel. Tra i lavori recenti che hanno approfondito la figura di Kosminski si distinguono Jack the Ripper and the Case for Scotland Yard's Prime Suspect scritto nel 2011 dall'autore americano Robert House e The Whitechapel Murders of 1888: Another Dead End? di John Malcolm del 2019.

In un articolo del 2012 intitolato Rethinking Cohen and Kosminski pubblicato sul numero 129 della rivista online Ripperologist, Martin Fido ammette la possibilità che Aaron Kosminski, e non David Cohen, possa essere il sospettato di Anderson e Swanson, ritenendo però che se così fosse la polizia non aveva individuato lo Squartatore ma solo l'assassino di Elizabeth Stride, che non combacerebbe con il serial killer che ha ucciso le altre quattro.