martedì 29 gennaio 2019

John E. Keefe - Carroty Nell: The Last Victim of Jack the Ripper

Nel 2012 lo scrittore John E. Keefe ha pubblicato la seconda versione del proprio libro intitolato Carroty Nell: The Last Victim of Jack the Ripper (la prima era stata pubblicata due anni prima) dedicata all'ultima delle undici donne morte a Whitechapel tra il 1888 e il 1891, ovvero Frances Coles, nota nella zona anche con il soprannome di Carroty Nell.

L'autore dedica la prima parte del volume a sintetizzare la vicenda di Jack lo Squartatore dall'omicidio di Martha Tabram il 7 agosto del 1888, fino a quello di Alice McKenzie il 17 luglio del 1889 senza aggiungere particolari rilevanti. Riguardo all'omicidio di Alice McKenzie, Keefe si sofferma comunque a sottolineare come all'epoca tra gli inquirenti non ci fosse unità di vedute riguardo al fatto se la donna fosse vittima del celebre Squartatore o no. L'autore riporta anche il parere dei medici legali Thomas Bond e George Bagster Phillips, il primo dei quali pensava che Alice fosse stata uccisa dallo stesso assassino delle cinque vittime "canoniche" mentre Phillips era di parere opposto.

La parte principale del libro è ovviamente dedicata alla morte di Frances Coles e l'autore si pone come obiettivo dichiarato quello di smentire alcuni degli errori più ricorrenti sulla vita della donna che sono stati ripetuti dall'epoca vittoriana fino ad oggi, come i luoghi in cui la famiglia Coles aveva vissuto o lavorato. Il più importante di questi riguarda l'età della vittima, che aveva trentun'anni al momento del decesso, essendo nata il 17 settembre del 1859, e non ventisei come più volte riportato. In questo caso la fonte dell'errore fu il padre stesso di Frances che disse che la figlia aveva ventisei anni nelle prime testimonianze.

Secondo Keefe, che nel 2018 ha pubblicato un nuovo libro sul crollo del Pickwick Club di Boston nel 1925, ritiene anche che la ricostruzione più comune dell'omicidio sia sbagliata e che Frances non fu gettata a terra prima di essere sgozzata, ma che fu spinta contro il muro e che a questo impatto sono ascrivibili le escoriazioni sulla nuca.

L'autore dedica l'ultima parte a elencare i sospettati dell'epoca vittoriana e conclude il proprio volume riflettendo sulla probabilità che Alice McKenzie e Frances Coles siano vittime di Jack lo Squartatore. La conclusione a cui giunge è positiva, ma solo sulla base della riflessione e di un presunto buon senso, perché non attinge a eventuali nuove scoperte per formulare la propria ipotesi. Keefe ritiene del tutto improbabile che nello stesso quartiere e a così breve distanza temporale potessero agire due assassini dal modus operandi così simile. In realtà l'argomentazione di Keefe è buona, ma non è schiacciante come sembra. I casi di imitazione di gesta criminali sono infatti tristemente noti. Solo per citarne qualcuno, il serial killer Heriberto Seda imitò il celeberrimo Zodiac sulla East Cost nei primi anni 90, e il D.C Sniper che colpì in Virginia e a Washington nel 2002 scatenò una serie di imitatori tra cui Shawn Lester che agì in West Virginia nel 2003. Anche se rari, esistono anche casi di imitatori più vicini nel tempo e nello spazio ai perpetratori originali, come gli attentati di Londra del 21 luglio 2005 chiaramente ispirati a quelli orditi da un altro gruppo due settimane prima.

In ogni caso il ragionamento di Keefe, per quanto non solidissimo, non è da scartare e la sua resta un'ipotesi perfettamente plausibile e che merita di essere considerata e approfondita. Va riconosciuto all'autore il merito di aver proposto una teoria interessante che ha portato molti spunti nuovi nel mondo della ripperologia che spesso è infestata da teorie assurde e che invece ha molto bisogno di autori arguti come John Keefe.


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lunedì 21 gennaio 2019

Gli ufficiali di polizia che indagarono sugli omicidi

Sir Charles Warren


Commissario della polizia metropolitana di Scotland Yard dal 1886 al 1888. Prima di entrare in polizia ebbe un passato da archeologo in terra santa e uno militare che lo portò per quattro anni in Sudafrica. Lasciata la polizia tornò nelle forze armate e partecipò da comandante alla Seconda Guerra Boera.


Sir Robert Anderson


Assistente commissario della polizia metropolitana, era il responsabile del dipartimento dei detective. Oltre che poliziotto fu teologo, avvocato e ufficiale dei servizi segreti. Nella sua autobiografia The Lighter Side of My Official Life sostiene che Jack lo Squartatore sia stato catturato e che questo abbia causato la fine delle serie dei delitti, tuttavia nel testo non rivela il nome del presunto colpevole.


Donald Swanson


Ispettore capo, ebbe il comando complessivo delle indagini. Aveva accesso a tutte le informazioni disponibili e ad oggi si ritiene che fosse l'uomo con la maggiore conoscenza sul caso. Nel 1987 emerse una presunta nota di suo pugno, nota come Swanson marginalia, scritta su una copia di The Lighter Side of My Official Life di Robert Anderson; secondo la nota Swanson riteneva che il sospettato menzionato da Anderson fosse Kosminski e che questi sarebbe stato identificato da un testimone oculare che rifiutò di testimoniare contro di lui.


Thomas Arnold


Sovrintendente capo della divisione H della polizia metropolitana, quella di Whitechapel. Era assente durante gli omicidi di Martha Tabram ed Annie Chapman e tornò in servizio appena prima del double event.


Edmund Reid


Ispettore e capo dei detective della divisione H. Oltre ad essere un poliziotto, fu uno dei primi aeronauti della storia.


Frederick Abberline


Grazie alle fiction è il più noto fra gli investigatori che si occuparono di Jack lo Squartatore. Nel 1887 fu spostato da Whitechapel alla divisione A, Whitehall, e poi all'ufficio centrale di Scotland Yard. Dopo l'omicidio di Mary Ann Nichols fu riportato a Whitechapel per via della sua dettagliata conoscenza del quartiere, in cui aveva lavorato come detective per quattordici anni. Secondo quanto riportato da Philip Sudgen nel suo libro The Complete History of Jack the Ripper del 1994, Abberline riteneva che lo Squartatore fosse George Chapman.


George Godley


Sergente della divisione J, quella di Bethnal Green, fu trasferito alla divisione H in modo che potesse assistere Abberline nelle indagini. Nel 1902 arrestò George Chapman che aveva ucciso con veleno tre donne con cui viveva.

Melville MacNaghten


Vicecommissario della polizia metropolitana di Londra, non prese parte in prima persona alle indagini, ma il suo testo noto come MacNaghten memorandum è una delle testimonianze più importanti delle conoscenze e dei sospetti della polizia del tempo.