venerdì 24 febbraio 2017

A Study in Terror (Sherlock Holmes Notti di Terrore) - film di James Hill, 1965

Il film A Study in Terror (tradotto in italiano come Sherlock Holmes Notti di Terrore) del 1965 costituisce la prima opera cinematografica in cui il celebre serial killer di Whitechapel incontra l'investigatore nato dalla creatività di Sir Arthur Conan Doyle; in oltre un secolo i due si sono incontrati moltissime volte in film, romanzi e videogiochi. Il film servì anche come spunto per il romanzo di Ellery Queen dallo stesso titolo (e non viceversa, come molti credono) uscito l'anno seguente.

Il film si apre con l'omicidio di Emma Smith che viene pugnalata al collo nelle strade di Whitechapel. Poco dopo anche Polly Nichols, dopo aver trascorso la serata nel locale di un uomo chiamato Max Steiner, fa la stessa fine per mano dello stesso assassino. Dopo l'omicidio di Annie Chapman in circostanze analoghe alle due precedenti, l'azione si sposta nella casa di Sherlock Holmes dove Watson sta leggendo disgustato sul giornale delle prostitute morte a Whitechapel. Holmes riceve quindi per posta una scatola contenente strumenti chirurgici da cui manca un bisturi per le autopsie. Holmes capisce che l'oggetto è stato dato in pegno in un negozio di Whitechapel e trova uno stemma nobiliare sotto un pezzo di velluto sovraimposto da cui riesce a risalire alla famiglia a cui l'oggetto era appartenuto.

Holmes e Watson incontrano quindi il duca Osborne, che conferma che gli strumenti appartengono al figlio Michael il quale ha lasciato le casa ed è stato disconosciuto. Prima di lasciare il palazzo i due incontrano anche il secondogenito del duca, Lord Carfax, che si mostra più desideroso di fornire informazioni e conferma di non aver più legami con il fratello che era andato a studiare alla Sorbona senza però completare gli studi, da allora era tornato in Inghilterra dove non aveva più allacciato rapporti con la famiglia.

Holmes e Watson si spostano quindi al negozio di pegni di Whitechapel da cui l'oggetto ricevuto era stato acquistato da una donna di nome Angela Osborne. I due incontrano poi l'ispettore Lestrade che li aiuta a visionare il cadavere di Annie Chapman e all'obitorio incontrano anche il medico Murray. Il dottore, che viene assistito da un aiutante dall'aspetto sinistro e malato, oltre a esercitare la professione medica è proprietario di un ospizio per diseredati poco distante. Su indicazione di Holmes, Watson va all'ospizio a chiedere di incontrare Angela Watson e insiste con forza anche dopo che gli viene detto che la donna non è lì. Dopo l'alterco tra Watson, Murray e la nipote Sally (che insieme al medico gestisce la struttura), quest'ultima lascia l'ospizio e viene seguita da Holmes travestito da barbone. L'investigatore quindi ritrova Lord Carfax nella casa in cui Sally entra.

Carfax a quel punto confessa la storia del fratello per intero. Michael tornò dalla Francia e sposò una prostituta, un uomo che venne a sapere il fatto minacciò Carfax di rivelare la verità al padre. Carfax dovette pagare per comprare il silenzio del ricattatore, fino quando convinse l'uomo a rivelargli dove Michael si nascondesse. Il ricattatore gli rispose che lo avrebbe trovato all'ospizio di Murray, ma lì viene detto a Carfax che il fratello è rimasto per qualche tempo ma ora non c'è più, tuttavia questo gli consentì di conoscere Sally. Carfax aggiunge che con i soldi estorti il ricattatore si comprò una taverna, lo spettatore capisce quindi che si tratta di Max Steiner.

Holmes e Watson vanno quindi alla taverna di Steiner dove Watson attira le attenzioni, non ricambiate, di Catherine Eddowes; i due fronteggiano il proprietario chiedendogli indicazioni su dove si trovi Michael. Holmes capisce quindi che la prostituta sposata da Micheal era proprio Angela Osborne la quale era alleata di Steiner nel ricatto, questi però sostiene di non sapere dove la donna si trovi. Mentre si allontanano i due vengono aggrediti da due sconosciuti, che Holmes mette fuori combattimento dimostrando di saper usare bene mani e bastone. Quella stessa notte Elizabeth Stride viene pugnalata e uccisa in mezzo alla strada.

Visto il montare della protesta popolare che denuncia la situazione di degrado, il Primo Ministro incarica Mycroft Holmes di convincere il fratello Sherlock ad occuparsi ufficialmente del caso. Mentre Mycroft parla con Sherlock irrompe Lestrade che porta a Holmes la famosa lettera Dear Boss. Holmes incontra ancora Murray mentre questo è intento all'esame autoptico sul corpo della Stride sempre assisto dal suo sinistro aiutante; il medico conferma a Holmes che l'assassino delle quattro donne è lo stesso e che questo deve avere alcune basi di conoscenza medica. Holmes manifesta quindi i suoi sospetti nei confronti di Micheal Osborne, che aveva conoscenze mediche e buoni motivi per odiare le prostitute.

Quella notte perde la vita anche Mary Kelly che attira dalla finestra lo Squartatore nelle propria casa. Holmes torna all'obitorio dove e viene aggredito dallo Squartatore che però riesce a fuggire senza farsi vedere in faccia.

Holmes torna quindi a incontrare Murray che gli racconta di aver davvero conosciuto Micheal Osborne e che questi scoprì il piano criminale di Angela Osborne e Max Steiner. Durante uno scontro fisico tra Michael e Steiner una bottiglia di acido finì accidentalmente sul viso di Angela che rimase sfigurata. Murray rivela quindi a Holmes l'ultimo pezzo del puzzle: Micheal Osborne è ancora all'ospizio ed è proprio il suo strano aiutante. Poco dopo Holmes e Watson vengono condotti a vedere lo scempio che lo Squartatore ha fatto del corpo della Kelly.

Holmes e Watson vanno quindi di nuovo a incontrare Steiner dove riescono, anche con metodi poco ortodossi, a convincerlo a farli incontrare Angela, che è la vera proprietaria della taverna, in quanto Max è solo uno stipendiato. La donna durante la discussione conferma la ricostruzione di Holmes e mostra il lato sfigurato del suo volto. Il giorno seguente Holmes e Carfax riportano Micheal nella casa paterna, dove viene riaccolto.

Resta solo da scoprire l'identità dello Squartatore, Holmes lo ha già evinto ma per il momento non lo rivela. Holmes si nasconde quindi nottetempo in casa di Angela sapendo che sarà lei la prossima vittima, lo Squartatore non si fa attendere e Holmes lo disarma e conferma i suoi sospetti: l'omicida è Lord Carfax. I due lottano e la casa va a fuoco dopo che Carfax, con un urlo animalesco, lancia una lampada addosso a Holmes. L'investigatore scappa, mentre Carfax resta ucciso.

In ultimo, tornati a casa, Holmes spiega a Watson come ha fatto ha scoprire l'assassino da dettagli apparentemente insignificanti e che Carfax voleva in realtà eliminare solo Angela perché non infangasse il nome di famiglia, ma non avendola mai vista pensò di eliminare una alla volta tutte le prostitute di Whitechapel.

Come è ovvio, questo film non ha alcuna pretesa di storicità, ma regala solo un'ora e mezza di divertimento. La storia come narrata si prende infatti molte libertà rispetto a come si è svolta in realtà. Anzitutto le vittime vengono solo pugnalate e non sgozzate e sventrate. Nel film viene anche detto che la Nichols è morta a tre giorni di distanza dalla Smith, mentre nella realtà passarono ben cinque mesi. Polly Nichols viene uccisa in una vasca di acqua, mentre nella realtà fu trovata in strada. In ultimo, nel film Mary Kelly attira il suo assassino nella sua casa al primo piano, ma è ben noto che la donna vivesse al piano terra e questo fu fondamentale per il modo in cui il cadavere fu trovato.

Il film si concede anche qualche grossolana ingenuità. Come il coltello che perfora il collo della Smith e che viene dall'assassino lasciato nel corpo della vittima. Al contrario mostra un Holmes più simile a quello del canone di Arthur Conan Doyle, in grado di passare all'azione e anche alle mani quando la situazione lo richiede.

Il doppiaggio italiano è impreziosito dalla presenza di voci storiche, quali Giuseppe Rinaldi che dà la voce a Sherlock Holmes e Ferruccio Amendola che doppia ben tre comparse: il macellaio che rifiuta i favori sessuali di Annie Chapman, il poliziotto che invita Elizabeth Stride a non stare in giro di notte e il maggiordomo del Primo Ministro.

Oltre ad essere un film divertente a interessante, questa pellicola costituisce anche la prima fiction che mostra l'ipotesi del complotto reale (anche gli Osborne sono dei duchi di cui non è chiara la parentela con la famiglia della regina), ma come è evidente dalla trama del film questa non ha alcun realismo e può essere giusto relegata alle fiction.

lunedì 20 febbraio 2017

Portrait of a Killer - Jack the Ripper Case Closed di Patricia Cornwell

C'era una volta una famosa scrittrice di romanzi di successo, che creò personaggi entrati nell'immaginario collettivo come Kay Scarpetta o Judy Hammer. La stessa scrittrice dopo dodici anni di successi decise di gettare la propria carriera e credibilità alle ortiche dimostrando incompetenza e superficialità in un maldestro tentativo di individuare la vera identità di Jack lo Squartatore.

Stiamo ovviamente parlando di Patricia Cornwell e del suo saggio del 2002 intitolato Portrait of a Killer - Jack the Ripper Case Closed (tradotto in italiano come Ritratto di un assassino: Jack lo Squartatore Caso chiuso), in cui propone una stupida e ridicola teoria secondo cui lo Squartatore di Whitechapel sarebbe il pittore Walter Sickert. Le prove, secondo la scrittrice, starebbero nelle lettere inviate dallo Squartatore su cui sarebbe stato trovato il DNA mitocondriale di Sickert. La Cornwell sembra quindi ignorare che tutte le lettere in questione, con la sola esclusione di quella che inizia con From Hell, sono ritenute dei falsi; quindi quand'anche Sickert fosse l'autore delle lettere, questo al massimo farebbe di lui un burlone che si divertiva a prendere in giro gli inquirenti e non un pericoloso serial killer. La Cornwell sembra anche ignorare che in oltre un secolo su quelle lettere si sono sicuramente sovrapposti frammenti di DNA mitocondriale di altre persone che le hanno toccate e che in ogni caso il DNA mitocondriale non identifica univocamente le persone, ma campioni uguali possono appartenere a persone diverse.

Inoltre la scrittrice sostiene che indicazioni della colpevolezza di Sickert si trovino anche nelle sue tele, che descrivono donne morte spesso in condizioni simili ai veri omicidi dello Squartatore. Ma purtroppo per lei gli unici casi di omicidio simili a quelli raffigurati da Sickert sono quelli di Mary Kelly e Catherine Eddowes, ovvero i due di cui esistono delle foto. E' quindi estremamente più probabile che Sickert abbia visto quelle foto e vi si sia ispirato.

In ultimo, sostiene la scrittrice, Sickert sarebbe stato operato al pene e questo lo rendeva incapace di avere rapporti sessuali e aveva pertanto maturato negli anni un profondo odio verso il genere femminile. La Cornwell, che nell'ambito della sua ricerca ha comprato trentadue tele di Sickert spendendo 6 milioni di sterline, ha anche distrutto uno dei quadri di Sickert, compiendo un atto vandalico di indicibile stupidità, alla ricerca di reperti biologici.

E' abbastanza evidente che il libro di Patricia Cornwell altro non sia che un'accozzaglia di cretinate della peggior specie. Questo libro è una delle più grosse raccolte di stupidaggini sullo Squartatore che siano mai state scritte. La Cornwell infatti ignora i dettagli più importanti che confutano la sua tesi: tipo che Sickert viveva in Francia al tempo degli omicidi.

Visto il livello di credulità e incompetenza della scrittrice viene da chiedersi quanto siano realistici i suoi romanzi. Forse questo saggio del 2002 è utile almeno per una cosa: aver esposto uno dei più grandi bidoni della storia della letteratura contemporanea.

mercoledì 15 febbraio 2017

La mappa dei luoghi degli omicidi


  1. Mary Ann Nichols - Buck's Row (oggi Durward Street)
  2. Annie Chapman - Hanbury Street
  3. Elizabeth Stride - Berner Street (oggi Henriques Street)
  4. Catherine Eddowes - Mitre Square
  5. Mary Kelly - Miller's Court (oggi sostituito da un edificio)

mercoledì 8 febbraio 2017

Elizabeth Stride è una vittima dello Squartatore?

Susan Lynch nel ruolo di Elizabeth Stride nel film From Hell
Nonostante sia inclusa nelle cinque vittime "canoniche" dello Squartatore, alcuni studiosi ritengono che Elizabeth Stride, la prima delle due donne uccise nella notte tra il 29 e il 30 settembre, non sia stata vittima di Jack lo Squartatore ma di un altro assassino. La donna fu trovata morta dal cocchiere Louis Diemschutz, dipendente di un club poco distante, che entrò in Henriques Street, luogo del ritrovamento del cadavere, alla guida della propria carrozza intorno all'una di notte.

E' dell'opinione che la Stride non sia una vittima dello Squartatore, ad esempio, Donald Rumbelow che nel suo libro The Complete Jack the Ripper sostiene che l'assassinio della Stride sia profondamente diverso da quello delle altre quattro vittime "canoniche" per il fatto che la donna non è stata sventrata, ma solo sgozzata, e che il coltello usato per ucciderla era più corto di quello usato negli altri casi e dalla punta arrotondata.

La sera dell'omicidio la Stride fu vista da vari testimoni in compagnia di un uomo di statura media e dall'aspetto distinto per almeno un'ora dalle 23:45 alle 00:45. L'uomo baciava e abbracciava la Stride e i testimoni ricordano di averlo sentito dire You would say anything but your prayers e poco prima di separarsi la Stride gli avrebbe detto Not tonight, some other time. Secondo Rumbelow, quindi, la Stride era dapprima in compagnia di un uomo innamorato di lei che le chiese una prestazione sessuale, ma la donna rifiutò probabilmente perché aveva appuntamento con un altro uomo con cui invece aveva una relazione. Rumbelow continua sostenendo che la Stride avrebbe quindi incontrato la persona che aspettava, con la quale intraprese un litigio. L'uomo con cui stava litigando l'avrebbe quindi preterintenzionalmente uccisa. Questa teoria si basa anche sulla testimonianza di un immigrato ungherese, Israel Schwartz, che assistette alle prime fasi dell'aggressione, in cui vide l'uomo gettare a terra Elizabeth, avendo l'impressione che si trattasse di una lite domestica. Rumbelow arriva ad ipotizzare che il miglior candidato come omicida della Stride sia l'uomo con cui conviveva: Micheal Kidney.

In realtà la teoria di Rumbelow ha molte lacune. Anzitutto, non si capisce come sia possibile uccidere una persona in modo preterintenzionale sgozzandola. In secondo luogo non ci sembra realistico attaccare il proprio partner con un coltello durante una lite domestica, le prime armi sarebbero in quel caso le mani e i piedi. Inoltre il taglio alla gola della Stride era coerente con quello delle altre quattro vittime per lunghezza e profondità. Il taglio iniziava circa sei centimetri (due pollici e mezzo) sotto alla mandibola dal lato sinistro per terminare quattro centimetri (un pollice e mezzo) sotto l'estremità destra, e sul lato sinistro ha reciso la carotide alla vittima.

John Douglas nel libro The Cases That Haunt Us propone una spiegazione migliore: l'uomo con cui la Stride stava litigando potrebbe non essere il suo assassino. Questa ipotesi sebbene molto realistica viene completamente ignorata da Rumbelow. La donna potrebbe essere scappata dall'uomo con cui litigava e aver dopo incontrato lo Squartatore. Altrimenti dovremmo immaginare, sempre secondo Douglas, che la Stride sia caduta vittima di un altro killer, forse un imitatore. Ma è estremamente improbabile che questo sia successo a pochi minuti di distanza da un omicidio del vero Squartatore e anche nelle prossime vicinanze.

Secondo Douglas la Stride non è stata mutilata perché l'assassino è stato interrotto dall'arrivo di Louis Diemschutz, del resto se l'assassino non è l'uomo con cui Elizabeth è stata vista litigare, l'omicida ha avuto meno tempo per ucciderla del quarto d'ora tra le 00:45 e l'1:00 ipotizzato da Rumbelow. Non avendo potuto completare la propria opera, lo Squartatore ha dovuto cercare un'altra vittima su cui sfogare i propri istinti e la trovò in Catherine Eddowes. Non esiste una spiegazione per l'uso del coltello diverso, ma forse non serve: l'omicida poteva averne con sé due diversi per qualunque motivo, magari erano i suoi strumenti da lavoro.

John Douglas conclude la propria analisi dell'argomento dicendo di ritenere più probabile che la Stride sia una vittima dello Squartatore e anche noi riteniamo più credibile questa ipotesi.

sabato 4 febbraio 2017

Il rene spedito con la lettera From Hell

Il 16 ottobre del 1888 George Lusk, capo del Whitechapel Vigilance Committee ricevette un pacco inviato il giorno prima avvolto in carta marrone. Il pacco conteneva una lettera e un pezzo di rene, probabilmente umano, conservato sotto spirito. Il mittente affermava di essere lo Squartatore e sosteneva di inviare insieme alla missiva un pezzo del rene asportato a Catherine Eddowes, uccisa nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1888, aggiungendo il macabro dettagli di aver fritto e mangiato la restante metà. Lusk sostenne che per quanto l'organo fosse ripugnante non si trattava di un rene umano, ma di pecora e che la lettera e il suo insolito allegato fossero uno scherzo di cattivo gusto.

Il rene fu sottoposto alla verifica del dottor Openshaw del London Hospital che, secondo quanto riportato dal libro The Complete History of Jack the Ripper di Philipp Sugden, sostenne che si trattava di un organo umano sottratto ad un individuo adulto, di cui non sapeva identificare il sesso, che soffriva di abuso di alcolici. Openshaw non fu in grado di specificare da quanto tempo fosse stato rimosso dal corpo. Dopo Openshaw, il rene fu sottoposto anche al controllo del chirurgo della polizia Frederick Gordon Brown che confermò che si trattasse di un organo umano, ma per via della totale assenza di tracce di decomposizione sosteneva che non fosse stato tenuto sotto spirito per più di una settimana e quindi era estremamente improbabile che si trattasse dell'organo rimosso alla Eddowes. Tuttavia va notato che al rene in questione era attaccato un pollice (due centimetri e mezzo) di arteria renale e nel corpo della Eddowes ne restavano due pollici (cinque centimetri); di norma la lunghezza dell'arteria renale è di tre pollici (sette centimetri e mezzo).

Negli anni a seguire numerosi esperti si sono pronunciati sull'autenticità del pezzo di rene ricevuto da George Lusk esprimendo opinioni diverse. Non è possibile stabilire con certezza quale sia la verità, ma va notato che nel caso in cui si propenda per la burla questa deve per forza essere stata perpetrata da qualcuno addetto alle autopsie che ha potuto avere accesso a un rene da prelevare. Tuttavia ancora Sugden fa notare che i reni rimossi durante le autopsie venivano conservati in formalina, e non sotto spirito; inoltre nessuno dei ricercatori che ha indagato sugli omicidi dello Squartatore in più di un secolo ha riportato di aver trovato denunce di organi sottratti negli ospedali.

Martin Fido nel volume The Crimes, Detection and Death of Jack the Ripper sostiene che data l'alta percentuale di false comunicazioni dallo Squartatore e dato che nessuno degli inquirenti credette all'autenticità dell'organo, questo era probabilmente falso. L'agente speciale del'FBI John Douglas nel libro The Cases That Haunt Us asserisce che sia impossibile oggi stabilire da un punto di vista medico se il rene sia autentico e no, ma sottolinea che la missiva From Hell è l'unica a non usare il nome Jack the Ripper nonostante la risonanza mediatica che questo aveva acquisito.

Ad oggi, la posizione di Douglas resta la più equilibrata: i dubbi restano forti in entrambe le direzioni.