venerdì 31 marzo 2017

Ellery Queen - Uno Studio in Nero

Nel 1966 Ellery Queen, nome d'arte usato dai due cugini Frederic Dannay e Manfred Bennington Lee, pubblicarono il libro Uno Studio in Nero (A Study in Terror, nella versione originale), novelization del film omonimo dell'anno precedente di cui abbiamo già parlato. Nel romanzo lo scrittore e detective Ellery Queen riceve per posta un manoscritto del dottor Watson che narra l'indagine condotta da Sherlock Holmes per scovare Jack lo Squartatore nell'autunno del 1888 a Whitechapel. La parte del libro relativa a Watson e Holmes è stata scritta da Paul W. Fairman, mentre le brevi parti con i commenti di Ellery Queen sono stati scritti dai due cugini titolari del marchio.

La storia narrata nel manoscritto si prende qualche libertà rispetto a quanto accade nel film, ma è complessivamente la stessa. Il racconto di Watson termina con la stessa conclusione, cioè che lo Squartatore sarebbe il nobile Lord Carfax; tuttavia Queen aggiunge al termine della propria lettura il colpo di scena in cui rivela che Holmes ha volutamente fatto credere che il colpevole fosse Carfax mentre nella realtà era l'anziano padre dello stesso, di cui sia Holmes sia Carfax hanno preferito non macchiare la reputazione.

A parte il colpo di scena finale che aggiunge un bel tocco di creatività, questo è davvero uno dei peggiori romanzi di Ellery Queen. Nulla di quanto succede ha alcuna parvenza di senso, ad esempio non si capisce proprio per quale motivo Holmes avrebbe dovuto salvare la reputazione del vero Squartatore quando questi era già morto, e non è meno risibile che un anziano nobile giri per le strade a squartare prostitute. Nel racconto non esiste alcun riferimento alle vere vittime dello Squartatore (aspetto che nel film era salvaguardato), salvo una di esse che viene chiamata genericamente "Polly" senza un cognome ed indicata come quinta vittima. In questa trama lo Squartatore è semplicemente un mostro come un altro, avrebbe potuto essere sostituito da Mr Hyde o Dracula e la storia sarebbe rimasta immutata.

Questo breve romanzo è, in sintesi, poco più di una curiosità all'interno della vicenda di Jack lo Squartatore che non aggiunge nulla alla storia del serial killer, ma è anche una delle peggiori prove di uno dei più grandi giallisti di ogni tempo.

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