lunedì 20 febbraio 2017

Portrait of a Killer - Jack the Ripper Case Closed di Patricia Cornwell

C'era una volta una famosa scrittrice di romanzi di successo, che creò personaggi entrati nell'immaginario collettivo come Kay Scarpetta o Judy Hammer. La stessa scrittrice dopo dodici anni di successi decise di gettare la propria carriera e credibilità alle ortiche dimostrando incompetenza e superficialità in un maldestro tentativo di individuare la vera identità di Jack lo Squartatore.

Stiamo ovviamente parlando di Patricia Cornwell e del suo saggio del 2002 intitolato Portrait of a Killer - Jack the Ripper Case Closed (tradotto in italiano come Ritratto di un assassino: Jack lo Squartatore Caso chiuso), in cui propone una stupida e ridicola teoria secondo cui lo Squartatore di Whitechapel sarebbe il pittore Walter Sickert. Le prove, secondo la scrittrice, starebbero nelle lettere inviate dallo Squartatore su cui sarebbe stato trovato il DNA mitocondriale di Sickert. La Cornwell sembra quindi ignorare che tutte le lettere in questione, con la sola esclusione di quella che inizia con From Hell, sono ritenute dei falsi; quindi quand'anche Sickert fosse l'autore delle lettere, questo al massimo farebbe di lui un burlone che si divertiva a prendere in giro gli inquirenti e non un pericoloso serial killer. La Cornwell sembra anche ignorare che in oltre un secolo su quelle lettere si sono sicuramente sovrapposti frammenti di DNA mitocondriale di altre persone che le hanno toccate e che in ogni caso il DNA mitocondriale non identifica univocamente le persone, ma campioni uguali possono appartenere a persone diverse.

Inoltre la scrittrice sostiene che indicazioni della colpevolezza di Sickert si trovino anche nelle sue tele, che descrivono donne morte spesso in condizioni simili ai veri omicidi dello Squartatore. Ma purtroppo per lei gli unici casi di omicidio simili a quelli raffigurati da Sickert sono quelli di Mary Kelly e Catherine Eddowes, ovvero i due di cui esistono delle foto. E' quindi estremamente più probabile che Sickert abbia visto quelle foto e vi si sia ispirato.

In ultimo, sostiene la scrittrice, Sickert sarebbe stato operato al pene e questo lo rendeva incapace di avere rapporti sessuali e aveva pertanto maturato negli anni un profondo odio verso il genere femminile. La Cornwell, che nell'ambito della sua ricerca ha comprato trentadue tele di Sickert spendendo 6 milioni di sterline, ha anche distrutto uno dei quadri di Sickert, compiendo un atto vandalico di indicibile stupidità, alla ricerca di reperti biologici.

E' abbastanza evidente che il libro di Patricia Cornwell altro non sia che un'accozzaglia di cretinate della peggior specie. Questo libro è una delle più grosse raccolte di stupidaggini sullo Squartatore che siano mai state scritte. La Cornwell infatti ignora i dettagli più importanti che confutano la sua tesi: tipo che Sickert viveva in Francia al tempo degli omicidi.

Visto il livello di credulità e incompetenza della scrittrice viene da chiedersi quanto siano realistici i suoi romanzi. Forse questo saggio del 2002 è utile almeno per una cosa: aver esposto uno dei più grandi bidoni della storia della letteratura contemporanea.

7 commenti:

  1. Che prove ci sarebbero sul fatto che Sickert vivesse in Francia durante quei delitti? Oggettivamente credo che non si possa piu' sapere la verita' a distanza di tanto tempo e che si possano solo elaborare teorie piu' o meno verosimili. La tesi su Sickert non è farina del sacco della scrittrice americana ma di Jean Overton Fuller, che lo accuso' nel suo libro "Sickert and the Ripper Crimes". Un ruolo gli viene dato nell'ambito della "cospirazione reale" dallo scrittore Stephen Knight. Ho letto pure che il dottor Gull venne considerato Jack anche da un presunto figlio illegittimo di Sickert, Joseph “Hobo” Sickert.

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  2. Il fatto si Sickert fosse in Francia é confermato da lettere che si è scambiato con la famiglia.

    Conosco tutti i testi che citi e ho parlato della cospirazione reale anche in questo blog. Queste teorie sono pura pattumiera che non meritano nessuna considerazione.

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  3. Io complessivamente considero pattumiera tutte le tesi che vanno da Macnaghten in poi. Ma tutte hanno una minima percentuale di propabilita' che puo' renderle credibili o degne comunque di essere prese in considerazione. Anche la piu' bislacca come la tesi del "complotto reale" ha una verita' di fondo a carattere puramente "sociologico": I delitti si inseriscono in pieno alle profonde tensioni sociali della societa' inglese di quel tempo, periodo di scontri e sommosse operaie (come la "Domenica di sangue" del 13 novembre del 1887 repressa da Sir Charles Warren) e indirettamente lo Squartatore è stato strumentale al gioco dell'aristocrazia nel tenere la plebe impaurita, confusa e indebolita. Tornando a Sickert, cio' che lo lega a questa vicenda è anche l'aneddoto che si narra sul fatto che lui avesse conosciuto l'identita' di Jack dalla pensionante che gli affitto' la stanza e di averlo scritto su un libro poi andato perduto. Fra i non ripperologi la tesi Jack/Sickert sta prendendo molto piede. Mi ricordo che in un gioco per Pc dove Sherlock Holmes incentrato su ipotetiche indagini contro lo Squartatore uno dei sospettati si cui lui indaga è proprio Sickert. In rete si trovano molte analisi sulla sua personalita' che mischiano arte e psicologia come questo: https://www.stilearte.it/walter-richard-sickert-e-jack-lo-squartatore-la-tavolozza-del-serial-killer/

    Personalemente la tesi Sicket la trovo fra tutte la piu' plausibile e affascinante da un punto di vista psicologico (tanti serial killer come John Wayne Gacy sublimavano le loro pulsioni omicide nell'arte) ma come ho gia' detto non ho pretesa che sia considerata come verita' assoluta. Voglio complimentarmi con te con questo blog perchè è veramente completo. Tu credi ci siano analogie fra Jack the Ripper un altra leggendaria figura inglese di quel tempo: Jack il Saltatore (Spring-heeled Jack)?

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  4. Ti ringrazio per i complimenti, fanno sempre piacere anche se non credo di meritarli, è solo un blogghettino in cui provo a impegnarmi. Ma se ti fa piacere, continua a leggerlo.

    Secondo me il problema grosso di Sickert è che si basa tutto sulla sua presunta psicologia misogina e violenta, ma non c'è nulla che lo colleghi agli omicidi. Se leggi i libri di Jan Bondeson vedrai che c'erano molti altri omicidi (alcuni seriali) nella Londra vittoriana; sulla base del profilo psicologico possiamo concludere che tutti erano opera di Sickert.

    Sulla teoria del complotto reale ne ho scritto un articolo quest anno, non ho altro da aggiungere. Penso tu lo abbia già trovato.

    Venendo alla tua domanda:

    Tu credi ci siano analogie fra Jack the Ripper un altra leggendaria figura inglese di quel tempo: Jack il Saltatore (Spring-heeled Jack)?

    Mi ero ripromesso di scriverne un articolo ma mi hai preceduto. Penso che l'unico legame sia che chi ha inventato il nome "Jack the Ripper" (cioè l'ignoto autore della missiva Dear Boss) abbia attinto da due spauracchi dell'epoca: Spring-heeled Jack e la High Rip gang. Tutto qua. Per il resto non sappiamo neanche se il Saltatore sia mai esistito davvero.

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  5. Vorrei segnalare a chi è affascinato come me da questa teoria l'analisi che ne fa Carlo Lucarelli su Sickert:

    https://www.youtube.com/watch?v=oPCrovSIpXY

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  6. Guglielmo, ma tu sei lo stesso che prima si firmava Willy? Sei talmente in gamba che hai cambiato nome al tuo profilo blogger e così hai cambiato il nome con cui sono postati i commenti vecchi? Potevi dirlo subito, avrei rifiutato i tuoi commenti, avevo capito al tempo che non sai nulla di Jack lo Squartatore e ti sei solo innamorato di una teoria delirante. Non postare altri commenti, grazie.

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