Nel 2011 l'autore americano Robert House ha pubblicato il volume Jack the Ripper and the Case for Scotland Yard's Prime Suspect in cui esamina la figura di Aaron Kosminski come possibile colpevole degli omicidi attribuiti a Jack lo Squartatore. L'autore per compiere i suoi studi ha viaggiato tra Londra e la Polonia dove si è recato per visitare Kłodawa, la città di origine di Kosminski. Il suo studio parte del contesto sociale da cui è originaria la famiglia di Aaron per poi passare a narrare con rigore e razionalità i fatti di base degli omicidi di Whitechapel; nella seconda parte del libro l'autore spiega l'esito delle sue ricerche e mostra perché Kosminski è un valido candidato ad essere indentificato come colpevole.
House spiega come con ogni probabilità Robert Anderson ritenesse che Kosminski fosse lo Squartatore da quanto si evince dalla sua autobiografia The Lighter Side of My Official Life. Kosminski è anche uno dei tre sospettati menzionati dal memorandum di Melville Macnaghten, testo scritto dal vicecommissario della polizia metropolitana di Londra in risposta a un articolo del Sun, e anche dalle note dell'ispettore capo Donald Swanson scritte sulla propria copia del libro di Anderson e note come Swanson marginalia. L'autore sottolinea anche alcuni dettagli cruciali, come che nel marzo del 1889 la polizia diminuì i propri sforzi nella ricerca dell'assassino e che nello stesso periodo, secondo il testo di Macnaghten, Kosmisnki fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico, o che Goulston Street, dove fu rinvenuto il brandello di grembiule di Catherine Eddowes vicino al famigerato graffito, è sul percorso che Kosmisnki avrebbe potuto percorrere per andare a casa, a Greenfield Road, dal luogo dell'ultimo omicidio evitando le zone più affollate e presidiate dalla polizia della zona.
Nell'ultima parte del proprio volume House, che si è avvalso della collaborazione del profiler dell'FBI Roy Hazelwood che ha anche scritto la prefazione, nota come Kosmisnki corrisponda ai profili moderni dello Squartatore, sia quelli comportamentali sia quelli geografici, e che chi lo esclude dai possibili colpevoli lo fa perché il barbiere polacco non corrisponde ai luoghi comuni che vorrebbero Jack lo Squartatore un genio del male, imponente e spaventoso, come appare nei media a lui dedicati.
Robert House conclude il proprio libro specificando che non è possibile asserire con certezza che Aaron Kosminski sia l'assassino di Whitechapel e probabilmente il caso non sarà mai chiuso, tuttavia resta il candidato più probabile. Quello di Robert House risulta quindi uno dei migliori suspect book mai scritti sul caso di Jack lo Squartatore, una ricerca rigorosa che analizza con distacco i motivi per cui il più plausibile colpevole è considerato tale.