domenica 6 settembre 2020

Denis Forasacco - Jack lo Squartatore

Il 5 settembre di quest'anno il Corriere della Sera ha pubblicato come allegato il volume di Denis Forasacco Jack lo Squartatore all'interno della collana Grandi Delitti Nella Storia.

Il volume offre una sintesi dei fatti relativi agli omicidi seriali di Whitechapel partendo dal contesto sociale, per arrivare alla descrizione degli omicidi e a quella dei principali sospettati, sia contemporanei sia moderni. Il compendio proposto dall'autore è di livello accettabile, ma il libro sembra soffrire di strane scelte dal punto di vista delle bibliografia. L'autore cita più e più volte come propria fonte il libro Il Killer delle Prostitute di Massimo Centini, il quale ovviamente ha solo fatto una sintesi di quanto scritto da altri autori e non ha compiuto nessuna ricerca inedita. Non a caso nessuno conosce Centini nell'ambito della ripperologia e il suo libro è completamente ignorato dagli studiosi. Forasacco inoltre cita varie volte il primo libro di Patricia Cornwell Ritratto di un assassino ma sembra ignorare l'esistenza del secondo, Ripper, che comunque ha già quattro anni. L'autore, al contrario, non cita mai i veri capisaldi, come i volumi di Paul Begg e di Philip Sugden.

Il libro pubblicato dal Corriere contiene inoltre una serie di imprecisioni difficilmente spiegabili. L'autore scrive più volte che Mary Jane Kelly era incinta al momento in cui è stata uccisa: circostanza che non trova conferma in nessun documento ufficiale ma che è solo una leggenda metropolitana, una delle tante della ripperologia. Forasacco arriva anche a ritenere che la maggior parte delle lettere inviate alla polizia da parte di sedicenti assassini fossero autentiche, altra argomentazione scartata dalla maggior parte degli studiosi. Inoltre sostiene che la teoria del complotto reale abbia ritrovato slancio a seguito dell'uscita del film per la TV La vera storia di Jack lo Squartatore del 1988 con Michael Caine; ma nel film, contrariamente a quanto scrive Forasacco, William Gull non agisce su mandato della regina, ma solo in preda al proprio delirio.

Il volume pubblicato dal Corriere è in sintesi senza infamia e senza lode, e proprio per questo decisamente evitabile.

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