Note: This is a review and not a debunking. The assertions by the television series about H.H. Holmes have not been verified and are therefore taken for granted.
In 2017, the History television channel aired the eight-episode series American Ripper starring former CIA agent Amaryllis Fox and former lawyer Jeff Mudget who attempt to verify if the American serial killer H.H. Holmes and Jack the Ripper might be the same person. The real name of H.H. Holmes was Herman Webster Mudgett and is in fact Jeff's great-great-grandfather.
The series is undoubtedly well done from a narrative point of view, the two travel between London and the United States and meet many important personalities such as the famous ripperologists Paul Begg and Donald Rumbelow, but despite this the arguments of the two investigators are incredibly weak and are based on an stunning number of conjectures. To support their theory, the two must in fact force themselves into believing that there are traces of the fact that Holmes traveled to the United Kingdom at the time of the Jack the Ripper murders because after the murder of Mary Jane Kelly there were passengers named "H. Holmes" or "Alex Gordon" (one of Holmes's pseudonyms) on a ship from London to New York. The clue, so to speak, is obviously laughable, since they are very common names.
Furthermore, the two to support their hypothesis must endorse the assumption that the letters sent to the press and the police signed Jack the Ripper were sent by the real killer, while today everyone agrees that they were fakes. The worst is reached in the last episode, when Mudgett and Amaryllis Fox take the bait of one of the most popular Jack the Ripper hoaxes, the one according to which there is an existing photo of Elizabeth Stride alive, although today it is widely known that the picture shows another woman.
The series ends with a stalemate at which the authors themselves admit that it is not possible to prove that Holmes and the Ripper are the same person, but they add that it cannot even be concluded that they were not, as if the two statements were equivalent. Nevertheless, Mudgett does not give up and on the credits he says he does not want to abandon his theory and wants to continue investigating it.
In reality the only thing that emerges from the series is that the juxtaposition between the two serial killers is very far-fetched: the two have different modus operandi, the victims are different, and while Holmes often devised ingenious methods to hide the corpses, Jack the Ripper he left them on the street where anyone could see them.
Amaryllis Fox and Jeff Mudgett touch a huge number of topics in their investigative effort, but fail to answer the most obvious questions: like why H.H. Holmes should have chosen Whitechapel to carry out murders outside his own country, how he knew the area so well and why they decided to compare his deeds with those of Jack the Ripper and not with those of any other serial killer of that era. Until then, the only mystery that connects H.H Holmes and Jack the Ripper is how two people who should be critical and familiar with investigations can believe such a weird theory.
giovedì 11 febbraio 2021
American Ripper: the History TV series
American Ripper: la serie televisiva di History
Nota: questa è una recensione e non un debunking. Non sono state verificate le asserzioni della serie televisiva su H.H. Holmes e vengono pertanto prese per buone.
Nel 2017 il canale televisivo History ha trasmesso la serie in otto episodi American Ripper (tradotto in italiano come Chi è Jack lo Squartatore?) che vede come protagonisti l'ex agente della CIA Amaryllis Fox e l'ex avvocato Jeff Mudget i quali tentano di verificare se il serial killer americano H.H. Holmes e Jack lo Squartatore possano essere la stessa persona. Il vero nome di H.H. Holmes era Herman Webster Mudgett ed è infatti il trisavolo di Jeff.
La serie è indubbiamente ben realizzata dal punto di vista narrativo, i due viaggiano tra Londra e gli Stati Uniti e incontrano molte personalità di rilievo come i celebri ripperologi Paul Begg e Donald Rumbelow, ma nonostante ciò le argomentazioni dei due investigatori sono incredibilmente deboli e si basano su un numero abnorme di congetture. Per sostenere la loro teoria i due devono infatti ritenere che ci siano tracce del fatto che Holmes abbia viaggiato nel Regno Unito all'epoca degli omicidi di Jack lo Squartatore perché dopo l'omicidio di Mary Jane Kelly ci furono dei passeggeri di nome "H. Holmes" o "Alex Gordon" (uno degli pseudonimi usati da Holmes) su una nave da Londra a New York. L'indizio, per così dire, è ovviamente risibile, visto che sono nomi molto comuni.
Inoltre i due per sostenere la loro ipotesi devono avallare l'assunzione che le lettere inviate alla stampa e alla polizia firmate Jack the Ripper siano state inviate dal vero assassino, mentre oggi chiunque concorda sul fatto che fossero dei falsi. Il peggio viene raggiunto nell'ultima puntata, quando Mudgett e Amaryllis Fox abboccano a una delle più popolari bufale su Jack lo Squartatore, cioè quella secondo cui esisterebbe una foto da viva di Elizabeth Stride, anche se oggi è ampiamente noto che quella della foto mostrata è un'altra donna.
La serie si conclude con un nulla di fatto, cioè gli autori stessi ammettono che non è possibile dimostrare che Holmes e lo Squartatore siano la stessa persona, ma aggiungono non si può neanche concludere che non lo fossero, come se le due cose fossero equivalenti. Ciò nonostante Mudgett non si arrende e sui titoli di coda dice di non voler abbandonare la propria teoria e di voler continuare a investigarla.
In realtà l'unica cosa che emerge dalla serie è che l'accostamento tra i due serial killer è forzatissimo: i due hanno modus operandi diverso, le vittime sono diverse, e mentre Holmes architettava spesso metodi ingegnosi per nascondere i cadaveri, Jack lo Squartatore li lasciava per strada dove chiunque poteva vederli.
Nel loro sforzo investigativo Amaryllis Fox e Jeff Mudgett toccano un numero vastissimo di argomenti, ma omettono di rispondere alle domande più ovvie: tipo perché mai H.H. Holmes avrebbe dovuto scegliere proprio Whitechapel per compiere omicidi al di fuori della propria nazione, come conoscesse così bene la zona e perché abbiano deciso di confrontare le sue gesta proprio con quelle di Jack lo Squartatore e non con quelle di qualunque altro serial killer dell'epoca. Fino ad allora l'unico mistero che mette in relazione H.H Holmes e Jack lo Squartatore è come due persone che dovrebbero avere spirito critico e dimestichezza con le indagini possano credere a una tale teoria strampalata.
Nel 2017 il canale televisivo History ha trasmesso la serie in otto episodi American Ripper (tradotto in italiano come Chi è Jack lo Squartatore?) che vede come protagonisti l'ex agente della CIA Amaryllis Fox e l'ex avvocato Jeff Mudget i quali tentano di verificare se il serial killer americano H.H. Holmes e Jack lo Squartatore possano essere la stessa persona. Il vero nome di H.H. Holmes era Herman Webster Mudgett ed è infatti il trisavolo di Jeff.
La serie è indubbiamente ben realizzata dal punto di vista narrativo, i due viaggiano tra Londra e gli Stati Uniti e incontrano molte personalità di rilievo come i celebri ripperologi Paul Begg e Donald Rumbelow, ma nonostante ciò le argomentazioni dei due investigatori sono incredibilmente deboli e si basano su un numero abnorme di congetture. Per sostenere la loro teoria i due devono infatti ritenere che ci siano tracce del fatto che Holmes abbia viaggiato nel Regno Unito all'epoca degli omicidi di Jack lo Squartatore perché dopo l'omicidio di Mary Jane Kelly ci furono dei passeggeri di nome "H. Holmes" o "Alex Gordon" (uno degli pseudonimi usati da Holmes) su una nave da Londra a New York. L'indizio, per così dire, è ovviamente risibile, visto che sono nomi molto comuni.
Inoltre i due per sostenere la loro ipotesi devono avallare l'assunzione che le lettere inviate alla stampa e alla polizia firmate Jack the Ripper siano state inviate dal vero assassino, mentre oggi chiunque concorda sul fatto che fossero dei falsi. Il peggio viene raggiunto nell'ultima puntata, quando Mudgett e Amaryllis Fox abboccano a una delle più popolari bufale su Jack lo Squartatore, cioè quella secondo cui esisterebbe una foto da viva di Elizabeth Stride, anche se oggi è ampiamente noto che quella della foto mostrata è un'altra donna.
La serie si conclude con un nulla di fatto, cioè gli autori stessi ammettono che non è possibile dimostrare che Holmes e lo Squartatore siano la stessa persona, ma aggiungono non si può neanche concludere che non lo fossero, come se le due cose fossero equivalenti. Ciò nonostante Mudgett non si arrende e sui titoli di coda dice di non voler abbandonare la propria teoria e di voler continuare a investigarla.
In realtà l'unica cosa che emerge dalla serie è che l'accostamento tra i due serial killer è forzatissimo: i due hanno modus operandi diverso, le vittime sono diverse, e mentre Holmes architettava spesso metodi ingegnosi per nascondere i cadaveri, Jack lo Squartatore li lasciava per strada dove chiunque poteva vederli.
Nel loro sforzo investigativo Amaryllis Fox e Jeff Mudgett toccano un numero vastissimo di argomenti, ma omettono di rispondere alle domande più ovvie: tipo perché mai H.H. Holmes avrebbe dovuto scegliere proprio Whitechapel per compiere omicidi al di fuori della propria nazione, come conoscesse così bene la zona e perché abbiano deciso di confrontare le sue gesta proprio con quelle di Jack lo Squartatore e non con quelle di qualunque altro serial killer dell'epoca. Fino ad allora l'unico mistero che mette in relazione H.H Holmes e Jack lo Squartatore è come due persone che dovrebbero avere spirito critico e dimestichezza con le indagini possano credere a una tale teoria strampalata.
lunedì 11 gennaio 2021
Gli articoli de La Gazzetta Piemontese sull'omicidio di Johnny Gill
Riportiamo di seguito la trascrizione di due articoli che nel dicembre del 1888 il giornale La Gazzetta Piemontese (che nel 1895 assunse il nome attuale di La Stampa) dedicò all'omicidio di Johnny Gill a Bradford.
30 dicembre 1888
BRADFORD. — Un ragazzo squartato. — (Ag. Stef., 29). — Un crimine orribile, simile agli assassinii di White-Chapel, venne scoperto qui stamane. Un ragazzo di nove anni venne trovato morto, nudo ed orribilmente mutilato, in un cortile presso il domicilio dei suoi genitori.
31 dicembre 1888
KILWICH. — Un delitto... immaginario. — (Ag. Stef., 29). — Correva voce che un giovanotto fosse stato assassinato nel villaggio di Kilwich, presso Keighley, e credevasi dallo stesso autore dell'assassinio di Bradford; poiché temesi che l'assassino di donne di White-Chapel siasi trasferito nel Yorkshire, uccidendo ragazzi invece di donne. La notizia del secondo assassinio é smentita; essa fu provocata dall'arresto a Kilwich del presunto autore dell'assassinio di Bradford.
BRADFORD. — Il fanciullo mutilato. — Ecco alcuni maggiori particolari sull'orribile delitto che ci venne ieri segnalato telegraficamente da Londra:
Il corpo dell'ucciso venne rinvenuto nelle dipendenze d'una casa di Bradford, nel Yorkshire. Gl'intestini ed il cuore della vittima erano stati strappati, e giacevano a lato del cadavere, racchiusi in un grossolano involucro. Le gambe e le braccia, tagliate come con un temperino, erano legate al tronco con una cordicella: le orecchie erano tagliate; il petto recava profonde ferite di coltello.
L'identità della vittima fu stabilita; è un fanciullo d'otto anni, chiamato John Gill; era stato visto il giorno prima, con alcuni monelli, trastullarsi pattinando sul ghiaccio.
La Polizia suppone che il delitto abbia per autori degli adolescenti, la cui immaginazione s'era riscaldata udendo parlare dei misteriosi delitti di White-Chapel. Secondo ogni probabilità, l'assassinio venne commesso in altro luogo; è dopo il delitto che il corpo dev'essere stato trasportato nella casa in cui fu scoperto.
30 dicembre 1888
BRADFORD. — Un ragazzo squartato. — (Ag. Stef., 29). — Un crimine orribile, simile agli assassinii di White-Chapel, venne scoperto qui stamane. Un ragazzo di nove anni venne trovato morto, nudo ed orribilmente mutilato, in un cortile presso il domicilio dei suoi genitori.
31 dicembre 1888
KILWICH. — Un delitto... immaginario. — (Ag. Stef., 29). — Correva voce che un giovanotto fosse stato assassinato nel villaggio di Kilwich, presso Keighley, e credevasi dallo stesso autore dell'assassinio di Bradford; poiché temesi che l'assassino di donne di White-Chapel siasi trasferito nel Yorkshire, uccidendo ragazzi invece di donne. La notizia del secondo assassinio é smentita; essa fu provocata dall'arresto a Kilwich del presunto autore dell'assassinio di Bradford.
BRADFORD. — Il fanciullo mutilato. — Ecco alcuni maggiori particolari sull'orribile delitto che ci venne ieri segnalato telegraficamente da Londra:
Il corpo dell'ucciso venne rinvenuto nelle dipendenze d'una casa di Bradford, nel Yorkshire. Gl'intestini ed il cuore della vittima erano stati strappati, e giacevano a lato del cadavere, racchiusi in un grossolano involucro. Le gambe e le braccia, tagliate come con un temperino, erano legate al tronco con una cordicella: le orecchie erano tagliate; il petto recava profonde ferite di coltello.
L'identità della vittima fu stabilita; è un fanciullo d'otto anni, chiamato John Gill; era stato visto il giorno prima, con alcuni monelli, trastullarsi pattinando sul ghiaccio.
La Polizia suppone che il delitto abbia per autori degli adolescenti, la cui immaginazione s'era riscaldata udendo parlare dei misteriosi delitti di White-Chapel. Secondo ogni probabilità, l'assassinio venne commesso in altro luogo; è dopo il delitto che il corpo dev'essere stato trasportato nella casa in cui fu scoperto.
mercoledì 16 dicembre 2020
Perché Jack the Ripper si chiama così?
Come è ben noto l'assassino di Whitechapel non si diede il nome di Jack the Ripper da solo, ma gli fu attribuito da lettera, con ogni probabilità fasulla, inviata alla Central News Agency di Londra. La lettera inizia con Dear Boss, ed è nota anche con questo titolo, ed è la prima ad essere firmata Jack the Ripper. Tuttavia l'ignoto autore della missiva non inventò il nome da zero, ma prese spunto da un aggressore solitario che si aggirava per le vie di Londra e da una gang di strada che in quel periodo colpì principalmente a Liverpool ma la cui fama si diffuse in tutta l'Inghilterra.
Il nome Jack fu mutuato da quello di Spring-Heeled Jack, un personaggio che oggi appartiene al folklore vittoriano e che non è mai stato individuato chiaramente. Dagli anni 30 del diciannovesimo secolo fino ai primi anni del 1900 si diffusero racconti di persone, soprattutto donne, che riportavano di essere state aggredite da un essere mostruoso, con mani artigliate e che indossava un casco e un mantello nero. L'uomo fu chiamato Spring-Heeled Jack (letteralmente Jack dai Tacchi a Molla, ma di norma tradotto come Jack il Saltatore) per la sua capacità di fuggire rapidamente senza lasciare tracce di sé. Ad oggi non è noto se Spring-Heeled Jack sia stato un personaggio reale o solo il frutto della fantasia di persone che attribuivano a un essere mostruoso delle aggressioni compiute dalla microcriminalità locale.
La parola Ripper deriva invece da una gang che colpiva con aggressioni e omicidi nella città di Liverpool armata di coltelli e cinture proprio negli anni 80 del 1800 e che era chiamata High Rip Gang. La loro notorietà era tale che altre gang con lo stesso nome nacquero in altre città della Gran Bretagna e una di queste operava proprio nell'East End di Londra; infatti i decessi di Martha Tabram e Polly Nichols furono dapprima attribuiti alla High Rip Gang. Tuttora è probabile che siano stati loro gli assassini di Emma Smith.
Combinando quindi i nomi di questi due criminali dell'epoca, l'autore della lettera Dear Boss creò il nome Jack the Ripper.
Il nome Jack fu mutuato da quello di Spring-Heeled Jack, un personaggio che oggi appartiene al folklore vittoriano e che non è mai stato individuato chiaramente. Dagli anni 30 del diciannovesimo secolo fino ai primi anni del 1900 si diffusero racconti di persone, soprattutto donne, che riportavano di essere state aggredite da un essere mostruoso, con mani artigliate e che indossava un casco e un mantello nero. L'uomo fu chiamato Spring-Heeled Jack (letteralmente Jack dai Tacchi a Molla, ma di norma tradotto come Jack il Saltatore) per la sua capacità di fuggire rapidamente senza lasciare tracce di sé. Ad oggi non è noto se Spring-Heeled Jack sia stato un personaggio reale o solo il frutto della fantasia di persone che attribuivano a un essere mostruoso delle aggressioni compiute dalla microcriminalità locale.
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Una strada periferica di Liverpool nel 1933. Fonte Liverpool Echo |
La parola Ripper deriva invece da una gang che colpiva con aggressioni e omicidi nella città di Liverpool armata di coltelli e cinture proprio negli anni 80 del 1800 e che era chiamata High Rip Gang. La loro notorietà era tale che altre gang con lo stesso nome nacquero in altre città della Gran Bretagna e una di queste operava proprio nell'East End di Londra; infatti i decessi di Martha Tabram e Polly Nichols furono dapprima attribuiti alla High Rip Gang. Tuttora è probabile che siano stati loro gli assassini di Emma Smith.
Combinando quindi i nomi di questi due criminali dell'epoca, l'autore della lettera Dear Boss creò il nome Jack the Ripper.
sabato 28 novembre 2020
L'omicidio di Johnny Gill
Nel dicembre del 1888, pochi mesi dopo le famigerate gesta di Jack lo Squartatore, un altro omicidio scosse l'Inghilterra vittoriana: quello del piccolo Johnny Gill di soli sette anni nella città di Bradford.
Johnny era il primo figlio di Thomas Gill, un vetturino della zona, e di sua moglie Mary Ann, la coppia aveva in totale quattro figli. Il 27 dicembre Johnny uscì presto come era solito fare per accompagnare il lattaio locale, il ventitreenne William Barrett, nel suo giro di consegne. Il ragazzino non tornò mai più a casa. La famiglia si allarmò non vedendolo tornare e contattò la stampa locale e la polizia; l'ultimo ad aver visto Johnny era quindi stato il lattaio, il quale però dichiarò alla famiglia che il bambino aveva deciso di tornare a casa da solo appena prima dell'ultima consegna e che quindi non aveva informazioni utili per rintracciarlo.
Le ricerche incessanti e le indagini furono vane per i primi due giorni, fino a quando la mattina del 29 dicembre l'assistente del macellaio locale Joseph Buckle entrò nella stalla del suo capo per prendere uno dei cavalli e in una delle rimesse trovò un fagotto di vestiti, sotto al quale si celava il cadavere smembrato di Johnny Gill. Il bambino era stato orrendamente mutilato, sventrato e fatto a pezzi. La causa del decesso erano due ferite al petto, ma gli abiti non presentavano tagli, quindi il bambino era stato spogliato prima di essere ucciso; inoltre l'ano e il pene mancavano tra gli organi sparsi sulla scena del ritrovamento.
Si diffuse subito la voce in città che l'omicidio fosse opera di Jack lo Squartatore; del resto qualche fatto strano che lo lasciasse supporre era avvenuto. Una delle ultime lettere anonime ricevute da un quotidiano a Londra diceva che lo Squartatore si sarebbe spostato dalla capitale. Inoltre il giorno della sparizione del ragazzo un sarto di Bradford, di nome Cahill, era tornato a casa con la moglie dopo alcuni giorni di assenza per partecipare a una festa e a un ballo, e al suo ritorno trovò la casa svaligiata e a soqquadro e l'unica rivendicazione fu un biglietto lasciato sopra a due coltelli incrociati che diceva:
e sul retro recava la scritta:
Tuttavia la polizia non si lasciò influenzare da questa suggestione e procedette all'arresto di William Barrett perché tutti gli indizi sembravano puntare contro di lui. A casa di Barrett fu trovato un coltello che doveva servire a tagliare il pane, ma che corrispondeva alle ferite inferte sul corpo di Johnny. Inoltre alcune testimonianze oculari parvero incastrarlo. Una ragazzina, la finestra della cui camera da letto affacciava su una stalla di proprietà del datore di lavoro di Barrett, disse di aver sentito rumori di arnesi metallici provenire dalla stalla nelle prime ore del 29 dicembre. Un altro testimone, un uomo di nome Dyer, riportò di aver visto Barrett nelle vicinanze della stalla il 27 dicembre con un fagotto tra le mani. Inoltre molti testimoni oculari dissero di aver visto Barrett con Johnny il 27 dicembre dopo l'orario in cui il bambino si sarebbe separato dal lattaio.
Barrett comunque fu scarcerato pochi giorni dopo perché i magistrati non trovarono sufficienti evidenze contro di lui. Il 16 gennaio William Barrett poté quindi tornare a casa.
L'inchiesta proseguì e dopo che il coroner presentò il suo rapporto, la giuria dispose di nuovo l'arresto di Barrett il quale venne rimandato a giudizio e giudicato da un Gran Giurì, ma anche in questo caso il verdetto fu di assoluzione.
Il caso di Johnny Gill resta ad oggi insoluto e neanche gli autori moderni concordano sul verdetto. Lo storico e medico Jan Bondeson, che ha trattato il caso nel suo volume Victorian Murders del 2017, sostiene che Barrett fosse un uomo rispettabile dalla vita normale, sposato da un anno e con un figlio, che non avrebbe avuto nessun interesse uccidere il suo giovanissimo collaboratore; per Bondeson quindi Barrett è innocente. Al contrario secondo la scrittrice Kathryn McMaster, autrice nel 2016 del libro Who Killed Little Johnny Gill?, Barrett sarebbe un sociopatico che commise il delitto perfetto e riuscì a scampare la condanna grazie ad abili avvocati.
È ormai impossibile che il mistero venga dipanato dopo oltre centotrent'anni dal delitto. L'unica cosa certa è che l'assassino di Johnny Gill non fu lo Squartatore di Whitechapel. La vittima è infatti molto diversa da quelle scelte da Jack lo Squartatore, ma lo è anche il modus operandi; infatti Johnny Gill venne dapprima rapito, poi ucciso in altro luogo, smembrato e abbandonato ancora in un'altra posizione. È probabile semmai che l'assassino, chiunque fosse, abbia voluto imitare lo stile di Jack lo Squartatore in modo da allontanare i sospetti da sé.
L'unica cosa purtroppo certa in questa intricata vicenda è che ormai questo orribile delitto rimarrà irrisolto e che il piccolo Johnny Gill non avrà mai giustizia.
Fonti:
Johnny era il primo figlio di Thomas Gill, un vetturino della zona, e di sua moglie Mary Ann, la coppia aveva in totale quattro figli. Il 27 dicembre Johnny uscì presto come era solito fare per accompagnare il lattaio locale, il ventitreenne William Barrett, nel suo giro di consegne. Il ragazzino non tornò mai più a casa. La famiglia si allarmò non vedendolo tornare e contattò la stampa locale e la polizia; l'ultimo ad aver visto Johnny era quindi stato il lattaio, il quale però dichiarò alla famiglia che il bambino aveva deciso di tornare a casa da solo appena prima dell'ultima consegna e che quindi non aveva informazioni utili per rintracciarlo.
Le ricerche incessanti e le indagini furono vane per i primi due giorni, fino a quando la mattina del 29 dicembre l'assistente del macellaio locale Joseph Buckle entrò nella stalla del suo capo per prendere uno dei cavalli e in una delle rimesse trovò un fagotto di vestiti, sotto al quale si celava il cadavere smembrato di Johnny Gill. Il bambino era stato orrendamente mutilato, sventrato e fatto a pezzi. La causa del decesso erano due ferite al petto, ma gli abiti non presentavano tagli, quindi il bambino era stato spogliato prima di essere ucciso; inoltre l'ano e il pene mancavano tra gli organi sparsi sulla scena del ritrovamento.
Si diffuse subito la voce in città che l'omicidio fosse opera di Jack lo Squartatore; del resto qualche fatto strano che lo lasciasse supporre era avvenuto. Una delle ultime lettere anonime ricevute da un quotidiano a Londra diceva che lo Squartatore si sarebbe spostato dalla capitale. Inoltre il giorno della sparizione del ragazzo un sarto di Bradford, di nome Cahill, era tornato a casa con la moglie dopo alcuni giorni di assenza per partecipare a una festa e a un ballo, e al suo ritorno trovò la casa svaligiata e a soqquadro e l'unica rivendicazione fu un biglietto lasciato sopra a due coltelli incrociati che diceva:
Half past nine! Look out! Jack the Ripper has been here!
e sul retro recava la scritta:
I have removed down the canal side. Please drop in! Your truly, SUICIDE.
Tuttavia la polizia non si lasciò influenzare da questa suggestione e procedette all'arresto di William Barrett perché tutti gli indizi sembravano puntare contro di lui. A casa di Barrett fu trovato un coltello che doveva servire a tagliare il pane, ma che corrispondeva alle ferite inferte sul corpo di Johnny. Inoltre alcune testimonianze oculari parvero incastrarlo. Una ragazzina, la finestra della cui camera da letto affacciava su una stalla di proprietà del datore di lavoro di Barrett, disse di aver sentito rumori di arnesi metallici provenire dalla stalla nelle prime ore del 29 dicembre. Un altro testimone, un uomo di nome Dyer, riportò di aver visto Barrett nelle vicinanze della stalla il 27 dicembre con un fagotto tra le mani. Inoltre molti testimoni oculari dissero di aver visto Barrett con Johnny il 27 dicembre dopo l'orario in cui il bambino si sarebbe separato dal lattaio.
Barrett comunque fu scarcerato pochi giorni dopo perché i magistrati non trovarono sufficienti evidenze contro di lui. Il 16 gennaio William Barrett poté quindi tornare a casa.
L'inchiesta proseguì e dopo che il coroner presentò il suo rapporto, la giuria dispose di nuovo l'arresto di Barrett il quale venne rimandato a giudizio e giudicato da un Gran Giurì, ma anche in questo caso il verdetto fu di assoluzione.
Il caso di Johnny Gill resta ad oggi insoluto e neanche gli autori moderni concordano sul verdetto. Lo storico e medico Jan Bondeson, che ha trattato il caso nel suo volume Victorian Murders del 2017, sostiene che Barrett fosse un uomo rispettabile dalla vita normale, sposato da un anno e con un figlio, che non avrebbe avuto nessun interesse uccidere il suo giovanissimo collaboratore; per Bondeson quindi Barrett è innocente. Al contrario secondo la scrittrice Kathryn McMaster, autrice nel 2016 del libro Who Killed Little Johnny Gill?, Barrett sarebbe un sociopatico che commise il delitto perfetto e riuscì a scampare la condanna grazie ad abili avvocati.
È ormai impossibile che il mistero venga dipanato dopo oltre centotrent'anni dal delitto. L'unica cosa certa è che l'assassino di Johnny Gill non fu lo Squartatore di Whitechapel. La vittima è infatti molto diversa da quelle scelte da Jack lo Squartatore, ma lo è anche il modus operandi; infatti Johnny Gill venne dapprima rapito, poi ucciso in altro luogo, smembrato e abbandonato ancora in un'altra posizione. È probabile semmai che l'assassino, chiunque fosse, abbia voluto imitare lo stile di Jack lo Squartatore in modo da allontanare i sospetti da sé.
L'unica cosa purtroppo certa in questa intricata vicenda è che ormai questo orribile delitto rimarrà irrisolto e che il piccolo Johnny Gill non avrà mai giustizia.
Fonti:
- Who Killed Little Johnny Gill? di Kathryn McMaster
- Victorian Murders di Jan Bondeson
venerdì 30 ottobre 2020
Dr. Jekyll and Sister Hyde (Barbara, il mostro di Londra) di Roy Ward Baker, 1971
Nel 1971 la Hammer Film Production ha portato sul grande schermo una libera reinterpretazione del romanzo di Robert Louis Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde intitolato Dr. Jekyll and Sister Hyde (tradotto in italiano come Barbara, il mostro di Londra).
Nel film il dottor Jekyll, lontanissimo dall'integerrimo medico del romanzo di Stevenson, è alla ricerca del siero della lunga vita e basa i suoi esperimenti su ormoni femminili, partendo dal presupposto scientifico che le donne vivono più a lungo degli uomini. Il dottor Jekyll prova la pozione di sua invenzione su di sé con l'effetto di trasformarsi in una bellissima donna malvagia a cui attribuisce il nome di Edwina Hyde (Barbara, nella traduzione italiana) e che spaccia per la propria sorella che usa il cognome del defunto marito.
Per continuare i suoi esperimenti Jekyll ha bisogno di sangue femminile. Dapprima commissionerà una serie di omicidi alla coppia di assassini formata da Burke e Hare (che nella realtà agirono in Scozia tra il 1827 e il 1828, mentre il film è ambientato in concomitanza con gli omicidi di Whitechapel); ma quando i due verranno presi e linciati dalla folla, Jekyll compirà gli omicidi da solo grazie al suo insospettabile alter ego femminile. Gli omicidi di Edwina Hyde verranno confusi dalla popolazione e dalla polizia con quelli coevi di Jack lo Squartatore e il dottor Jekyll verrà accusato di entrambe le sequenze di delitti.
Il film è quindi un pastiche tra il dottor Jekyll e Mr Hyde, Burke e Hare (a cui è ispirata un'altra novella di Robert Louis Stevenson, intitolata Il Trafugatore di Salme) e Jack lo Squartatore, con l'aggiunta della femme fatal.
Ovviamente va preso per quello che è: un'ora e mezza di divertimento senza pretese di storicità o contenuti. La trama è infatti praticamente inesistente e tutto il film è basato sul fascino di Martine Beswick (che nel decennio precedente era stata la Bond girl di Thunderball e Dalla Russia con Amore) che interpreta Edwina Hyde. Se approcciato con le giuste aspettative, il film è comunque godibile e si lascia vedere volentieri grazie anche a un'ottima ricostruzione della Londra vittoriana.
Nel film il dottor Jekyll, lontanissimo dall'integerrimo medico del romanzo di Stevenson, è alla ricerca del siero della lunga vita e basa i suoi esperimenti su ormoni femminili, partendo dal presupposto scientifico che le donne vivono più a lungo degli uomini. Il dottor Jekyll prova la pozione di sua invenzione su di sé con l'effetto di trasformarsi in una bellissima donna malvagia a cui attribuisce il nome di Edwina Hyde (Barbara, nella traduzione italiana) e che spaccia per la propria sorella che usa il cognome del defunto marito.
Per continuare i suoi esperimenti Jekyll ha bisogno di sangue femminile. Dapprima commissionerà una serie di omicidi alla coppia di assassini formata da Burke e Hare (che nella realtà agirono in Scozia tra il 1827 e il 1828, mentre il film è ambientato in concomitanza con gli omicidi di Whitechapel); ma quando i due verranno presi e linciati dalla folla, Jekyll compirà gli omicidi da solo grazie al suo insospettabile alter ego femminile. Gli omicidi di Edwina Hyde verranno confusi dalla popolazione e dalla polizia con quelli coevi di Jack lo Squartatore e il dottor Jekyll verrà accusato di entrambe le sequenze di delitti.
Il film è quindi un pastiche tra il dottor Jekyll e Mr Hyde, Burke e Hare (a cui è ispirata un'altra novella di Robert Louis Stevenson, intitolata Il Trafugatore di Salme) e Jack lo Squartatore, con l'aggiunta della femme fatal.
Ovviamente va preso per quello che è: un'ora e mezza di divertimento senza pretese di storicità o contenuti. La trama è infatti praticamente inesistente e tutto il film è basato sul fascino di Martine Beswick (che nel decennio precedente era stata la Bond girl di Thunderball e Dalla Russia con Amore) che interpreta Edwina Hyde. Se approcciato con le giuste aspettative, il film è comunque godibile e si lascia vedere volentieri grazie anche a un'ottima ricostruzione della Londra vittoriana.
domenica 6 settembre 2020
Denis Forasacco - Jack lo Squartatore
Il 5 settembre di quest'anno il Corriere della Sera ha pubblicato come allegato il volume di Denis Forasacco Jack lo Squartatore all'interno della collana Grandi Delitti Nella Storia.
Il volume offre una sintesi dei fatti relativi agli omicidi seriali di Whitechapel partendo dal contesto sociale, per arrivare alla descrizione degli omicidi e a quella dei principali sospettati, sia contemporanei sia moderni. Il compendio proposto dall'autore è di livello accettabile, ma il libro sembra soffrire di strane scelte dal punto di vista delle bibliografia. L'autore cita più e più volte come propria fonte il libro Il Killer delle Prostitute di Massimo Centini, il quale ovviamente ha solo fatto una sintesi di quanto scritto da altri autori e non ha compiuto nessuna ricerca inedita. Non a caso nessuno conosce Centini nell'ambito della ripperologia e il suo libro è completamente ignorato dagli studiosi. Forasacco inoltre cita varie volte il primo libro di Patricia Cornwell Ritratto di un assassino ma sembra ignorare l'esistenza del secondo, Ripper, che comunque ha già quattro anni. L'autore, al contrario, non cita mai i veri capisaldi, come i volumi di Paul Begg e di Philip Sugden.
Il libro pubblicato dal Corriere contiene inoltre una serie di imprecisioni difficilmente spiegabili. L'autore scrive più volte che Mary Jane Kelly era incinta al momento in cui è stata uccisa: circostanza che non trova conferma in nessun documento ufficiale ma che è solo una leggenda metropolitana, una delle tante della ripperologia. Forasacco arriva anche a ritenere che la maggior parte delle lettere inviate alla polizia da parte di sedicenti assassini fossero autentiche, altra argomentazione scartata dalla maggior parte degli studiosi. Inoltre sostiene che la teoria del complotto reale abbia ritrovato slancio a seguito dell'uscita del film per la TV La vera storia di Jack lo Squartatore del 1988 con Michael Caine; ma nel film, contrariamente a quanto scrive Forasacco, William Gull non agisce su mandato della regina, ma solo in preda al proprio delirio.
Il volume pubblicato dal Corriere è in sintesi senza infamia e senza lode, e proprio per questo decisamente evitabile.
Il volume offre una sintesi dei fatti relativi agli omicidi seriali di Whitechapel partendo dal contesto sociale, per arrivare alla descrizione degli omicidi e a quella dei principali sospettati, sia contemporanei sia moderni. Il compendio proposto dall'autore è di livello accettabile, ma il libro sembra soffrire di strane scelte dal punto di vista delle bibliografia. L'autore cita più e più volte come propria fonte il libro Il Killer delle Prostitute di Massimo Centini, il quale ovviamente ha solo fatto una sintesi di quanto scritto da altri autori e non ha compiuto nessuna ricerca inedita. Non a caso nessuno conosce Centini nell'ambito della ripperologia e il suo libro è completamente ignorato dagli studiosi. Forasacco inoltre cita varie volte il primo libro di Patricia Cornwell Ritratto di un assassino ma sembra ignorare l'esistenza del secondo, Ripper, che comunque ha già quattro anni. L'autore, al contrario, non cita mai i veri capisaldi, come i volumi di Paul Begg e di Philip Sugden.
Il libro pubblicato dal Corriere contiene inoltre una serie di imprecisioni difficilmente spiegabili. L'autore scrive più volte che Mary Jane Kelly era incinta al momento in cui è stata uccisa: circostanza che non trova conferma in nessun documento ufficiale ma che è solo una leggenda metropolitana, una delle tante della ripperologia. Forasacco arriva anche a ritenere che la maggior parte delle lettere inviate alla polizia da parte di sedicenti assassini fossero autentiche, altra argomentazione scartata dalla maggior parte degli studiosi. Inoltre sostiene che la teoria del complotto reale abbia ritrovato slancio a seguito dell'uscita del film per la TV La vera storia di Jack lo Squartatore del 1988 con Michael Caine; ma nel film, contrariamente a quanto scrive Forasacco, William Gull non agisce su mandato della regina, ma solo in preda al proprio delirio.
Il volume pubblicato dal Corriere è in sintesi senza infamia e senza lode, e proprio per questo decisamente evitabile.
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